domenica 13 ottobre 2013

La Germania indica la strada: Sono working poors, poveri messi al lavoro che guadagnano una miseria, lavorano per brevi ma intensi periodi della propria vita, esplodono a causa dei ritmi, falliscono e sono costretti a vendere la casa, a rompere matrimoni, a non avere più una vita privata, sentimentale, «normale». E restano sempre al punto zero.

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I http://www.minijob-zentrale.de/DE/0_Home/node.html

La creazione di 7,5 milioni di «mini job» dal 2002 a oggi in Germania è stata festeggiata come la prova di un sistema economico capace di produrre crescita e occupazione. I «mini job» sono lavori intermittenti, senza contributi o assicurazione contro malattia o infortuni, a 450 euro al mese, l’analogo dei «contratti a zero ore» in Inghilterra (si dice che siano 1 milione) o i contratti a termine italiani. Non riguardano solo i «giovani», ma i professionisti, i migranti di prima o seconda generazione, i dipendenti licenziati ultracinquantenni che non avrebbero probabilmente altro modo di rientrare sul «mercato del lavoro».

 http://www.lasinistraquotidiana.it/?p=7855