Mentre i «nemici informatici certamente legati a qualche Stato» come ha sostenuto Jualian Assange fino al momento del suo arresto, tentano di oscurare Wikileaks, il sito sopravvive nella rete anche grazie ad un giovane pugliese. Si chiama Michele Altamura, ha 38 anni (è originario di Molfetta) e dal 1995 vive nei Balcani dove si occupa di raccolta dati e informazioni che poi fornisce a istituzioni e aziende che investono nell’area.
Da alcuni giorni Altamura ha messo a disposizione di Wikileaks uno dei suoi server realizzando quello che tecnicamente si chiama «mirror», cioè uno specchio che rilancia in rete i cablogrammi del Dipartimento di Stato.
«Pur se sono stato tra i primi, in realtà ad oggi i mirror sono già 748 in tutto il mondo - si schermisce Michele Altamura - però sono felice di contribuire nel mio piccolo alla difesa della libertà di espressione di Assange, che sostengo pur non convidendo fino in fondo il senso della sua operazione».
Altamura è il fondatore di Etleboro. com, una Ong con sede a Banja Luka (nella repubblica Srpska) che raccoglie e diffonde in rete informazioni, documenti e analisi. Una piccola Wikileaks? «Non esageriamo - risponde - però qualche scoop lo abbiamo fatto anche noi». Come aver anticipato di oltre un anno l’esistenza della «Santa alleanza balcanica», una micidiale coalizione tra mafia serba e ‘ndrangheta calabrese poi scoperta ufficialmente dalla magistratura milanese poche settimane fa.
giovedì 9 dicembre 2010
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