In questi giorni è in atto una gravissima
forzatura democratica nel Consiglio Comunale di Roma, finalizzata a vendere
Acea nonostante tutto e tutti.
E' qualcosa che ci riguarda tutt* perchè in
gioco c'è la democrazia stessa, quindi facciamo girare il più possibile il
comunicato e i video, e facciamo in modo di essere in tanti domani alle 10:00 a
far sentire la nostra voce in Campidoglio.
A domani,
Federica
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Il Consiglio Comunale a porte chiuse: ennesimo scempio alla
democrazia
Ieri in Campidoglio abbiamo assistito alla
totale sospensione di tutte le più elementari regole democratiche che
dovrebbero essere garantite nella gestione della cosa pubblica. Sono almeno
quattro gli scempi di democrazia di cui siamo stati testimoni.
Il primo scempio è quello a cui assistiamo ormai da settimane: l'ostinata
volontà del Sindaco Alemanno e della sua maggioranza a voler vendere il 21% di
Acea in barba al milione e duecentomila romani e ai ventisette milioni di
italiani che un anno fa, grazie al referendum, hanno scelto una gestione
pubblica e partecipata del servizio idrico.
Il secondo scempio è stata la costante e scandalosa forzatura dei regolamenti
dell'organo di cui i consiglieri capitolini fanno parte. Si tenta con ogni
stratagemma di aggirare e ingannare le regole del Consiglio Comunale, prima
cercando di impedire la partecipazione del pubblico, poi rimandando la
discussione degli ordini del giorno presentati dalla minoranza a quando la
vendita di Acea sarà già stata discussa, infine approfittando della confusione
(e qui si giunge al punto più basso della storia del Consiglio Comunale romano)
per far passare la proposta della maggioranza con una votazione avvenuta in
piena rissa e che presenta forti dubbi di legittimità.
Il terzo scempio è l'aggressione fisica del pubblico che aveva pacificamente e
giustamente occupato l'aula per denunciare la totale follia di quanto stava
avvenendo. Travolti da italico ardore e nostalgie giovanili i consiglieri di
maggioranza si sono scagliati contro i colleghi dell'opposizione e contro gli
attivisti del Coordinamento Romano Acqua Pubblica.
Il quarto scempio è di oggi ed è la scandalosa decisione di far svolgere il
Consiglio comunale di domani a porte chiuse: un affronto alla partecipazione
dei cittadini all'amministrazione, un modo per scaricare sui cittadini presenti
in aula il pietoso spettacolo offerto dai consiglieri di maggioranza fatto di
risse, sgambetti e palesi irregolarità.
Noi non assisteremo alla palese e duratura mortificazione della democrazia. Non
accettiamo la logica violenta ed arrogante di certi consiglieri. Non
rinunceremo alla presenza in Consiglio che è nostro diritto e dovere civico.
Noi torneremo in Campidoglio, pacifici ma determinati per dire che l'acqua non
si vende e che Acea deve tornare pubblica.
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