L’Isola dei Siciliani –in violazione del Trattato di Parigi del 1947, corollario di Yalta, che la suppone “Smilitarizzata”, e in violazione del Trattato con Roma che la vuole “Autonoma”- è solo una piattaforma geostrategica per le scorrerie anglo-americane e italidiote: dal centro del corridoio mediterraneo, laddove scorre il 30% del traffico commerciale del sistema-Mondo, con linee di penetrazione a lungo raggio, che verranno consolidate dal sistema Muos e dalla rimodulazione delle basi militari attuali e future. Con probabili effetti collaterali, anche in forma di cervelli fritti: infatti il Muos lo installano a Niscemi, certo non dentro l’immensa base di Sigonella!.
I cieli della Sicilia sono a sovranità limitata quando Global Hawk, Predator o Reaper decidono di alzarsi in volo. Poco importa se migliaia di viaggiatori hanno pagato un biglietto, sapendo di arrivare ad un certo orario, in un certo posto, e poi sono costretti a subire un danno che in alcuni casi può anche avere conseguenze pesanti. Tanto tra Codacons e Enac è guerra aperta da tempo e a pagare sono sempre i passeggeri.
Del resto, in aeroporti come Fontanarossa o Birgi, entrambi vicini a basi militari, i Notam
(acronimo di “Notice to airmen”), sono all’ordine del giorno. Non tutti
lo sanno, ma si tratta di comunicazioni relative alla sicurezza del
traffico aereo che vengono inviate a tutti i piloti di voli civili e che
riguardano la sospensione delle procedure strumentali standard nelle
fasi di accesso, partenza e atterraggio dei velivoli. A causa
dell’attività dei droni o di altre esercitazioni militari, per lunghi
periodi, gli aeroporti civili vengono così allertati: se il fratello
americano chiama, gli alleati non possono tirarsi indietro. Anche l’Etna
con la sua cenere nera risponderebbe all’appello, ne siamo certi.
“Con
la trasformazione di Sigonella in capitale mondiale degli aerei senza pilota e l’installazione
a Niscemi del terminale terrestre del MUOS, il nuovo sistema satellitare della
marina militare USA, la Sicilia diviene l’epicentro delle guerre globali e
permanenti del XXI secolo”, commenta Alfonso Di Stefano della Campagna per la smilitarizzazione. “Attualmente
sono schierati a Sigonella due o tre Global
Hawk dell’US Air Force. Entro il 2015, però, diverranno operativi l’AGS, il
sistema di sorveglianza terrestre della NATO e il Broad Area
Maritime Surveillance (BAMS) di US Navy e
i grandi aerei-spia saranno più di una ventina. Che ne sarà allora del traffico
aereo civile nell’isola che già oggi è pesantemente limitato dalle spericolate
operazioni belliche dei droni italiani e stranieri?”.
A 30 chilometri da Sigonella, nella Sicilia sud orientale, nell’entroterra del golfo di Gela, si nasconde una base militare meno nota, ma oggetto di una nuova campagna ambientalista e pacifista. Si trova a Niscemi, comune di 27mila anime della provincia di Caltanisetta. Qui, nel 1991, gli americani installano un centro militare di terra e piantano 41 antenne con lo scopo di monitorare gli spostamenti delle forze belliche dell’area euromediterranea. Il tutto a 2 chilometri e mezzo dal centro abitato e nel cuore della riserva naturale della Sughereta, 3000 ettari di querce da sughero e macchia mediterranea.
In vent’anni, i campi elettromagnetici prodotti dalla “foresta di antenne” creano danni ancora allo studio degli esperti. Oltre a una desertificazione dell’area circostante, la popolazione di Niscemi denuncia un aumento dei casi di leucemie, linfomi, tumori e problemi tiroidei.
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