Bastano le frasi ipocrite che suggellano i vertici (l'ultimo comunicato assicura che "il bilancio, guardando il futuro, ci farà uscire dalla crisi", e "dovrà essere un catalizzatore per la crescita e l'occupazione in tutta Europa") per svegliarci dal sonno dei dogmi. Merkel e Monti dicono che le elezioni nazionali non c'entrano, ma non è affatto vero. È per fingersi in patria sovrani possenti che difendono accordi fatti per screditare e abbassare l'Europa. Tra le righe fanno capire che un giorno si potranno correggere le cose: dopo le elezioni tedesche, comunque.
...e non a caso il rigetto nelle sue genti cresce!
È un'Europa vecchia e svuotata, quella che ha visto i suoi leader accordarsi su un bilancio striminzito, figlio di dogmi rigoristi pieni di sonno, emanazione di un'Unione dove gli interessi degli Stati duellano senza produrre neanche l'ombra di un interesse generale.
Dietro il dollaro, c'è un bilancio federale che copre il 22,8 per cento del Pil: capace non solo di annunciare ma di realizzare politiche di sostegno, in congiunzione con una Banca centrale sicura di avere di fronte a sé un interlocutore politico.
Il vecchio paese degli spiccioli
di BARBARA SPINELLIhttp://www.repubblica.it/economia/2013/02/15/news/vecchi_paese_spiccioli-52679605/
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