Onorevoli Parlamentari,
Vi scriviamo per sottoporre alla Vostra attenzione un
grave disagio che colpisce i cittadini italiani residenti in Belgio,
nello specifico i giovani sotto i 18 anni di età e i loro genitori.
Stiamo parlando dell’assenza di una scuola italiana e dell’obbligata
rinuncia allo studio nella propria lingua madre, quindi della forzata
integrazione dei nostri ragazzi nel sistema scolastico belga e del loro
inevitabile allontanamento dalle proprie radici.
Siamo un gruppo di Italiani (genitori, insegnanti, funzionari
europei, professionisti in diversi settori...) costituitosi in Comitato
per essere portavoce di chi è costretto a sacrificare l’identità
culturale dei propri figli a causa di una carenza oggettiva dello Stato
Italiano nei confronti dei suoi cittadini residenti all'estero. In una
città strategica come Bruxelles, Capitale d’Europa, dove sono presenti
scuole specifiche di un gran numero di Stati Membri, tra cui Francia,
Germania e Regno Unito, incredibilmente non è presente una scuola
italiana, sebbene la comunità italiana sia fra le più numerose. In
Belgio ci sono oltre 30.000 giovani italiani in età scolare, di cui
6.000 solo nella capitale. Di questi soltanto 750 godono del privilegio
di essere iscritti nelle sezioni italiane della Scuola Europea: una
scuola privata, pagata in realtà con fondi pubblici, riservata ai figli
dei funzionari europei, in cui insegnano docenti italiani inviati dal
Ministero degli Affari Esteri. E tutti gli altri giovani? È giusto e
legale discriminare chi può studiare in italiano e chi no sulla base del
lavoro dei genitori? D'altronde lo stesso art. 34 della Costituzione ci
dice che “la scuola è aperta a tutti”. O almeno così dovrebbe essere.
La scuola è un diritto di qualsiasi cittadino italiano e quindi un
dovere dello Stato. È pur vero che attraverso l’ufficio scolastico del
Consolato d’Italia vengono organizzati dei corsi di cultura e lingua
italiana di circa 3 ore a settimana nelle scuole belghe, ma questi non
sono affatto sufficienti a integrare la profonda lacuna culturale che si
sta creando nei nostri figli. Senza considerare che spesso questi corsi
vengono impartiti in lingua francese per la presenza di studenti non
Italiani, fattore che stimola indubbiamente l’interesse verso il nostro
Paese nei giovani Belgi, ma che ovviamente non aiuta i giovani Italiani
ad approfondire la conoscenza della propria lingua. In definitiva i
fondi investiti attualmente dallo Stato Italiano in queste iniziative
infruttuose risultano mal spesi. Quello di cui i cittadini italiani qui
in Belgio hanno davvero bisogno è una scuola italiana che dia ai nostri
giovani la consapevolezza di essere Italiani, affinché un giorno non
debbano sentirsi stranieri nel proprio Paese. Allo scopo di
salvaguardare la nostra cultura e la nostra identità e tramandarla alla
prossima generazione, ci siamo costituiti in Comitato, per promuovere
l’apertura di una Scuola Italiana a Bruxelles, affinché anche qui in
Belgio tutti i ragazzi italiani abbiano l’opportunità di studiare nella
propria lingua madre, di apprendere la storia del proprio Paese, di
conoscere i grandi classici della nostra letteratura e gli innumerevoli
artisti, pensatori e scienziati che nei più svariati campi hanno reso
l’Italia un Paese unico al mondo. Non possiamo accettare che questo
diritto sia negato a parte della popolazione italiana solo perché
residente fuori dai confini nazionali. Altrimenti, perché lasciarci il
diritto di voto? Se siamo Italiani, lo siamo a tutti gli effetti ed è
dovere dello Stato provvedere alle nostre legittime esigenze come a
quelle di qualsiasi altro suo cittadino. Noi non siamo e non vogliamo
essere cittadini di serie B, la nostra voce non deve risuonare come una
debole eco solo per la lontananza geografica che ci separa dal nostro
Paese. Noi vogliamo partecipare al benessere e al futuro dell’Italia
come tutti i nostri connazionali, assicurando ai nostri giovani una
corretta conoscenza, assimilazione e adesione al nostro retaggio
culturale, così difficile da salvaguardare a migliaia di chilometri di
distanza. È nell'interesse dello Stato Italiano e dei suoi
rappresentanti preservare l’“italianità” dei cittadini residenti
all'estero, che sono i primi ambasciatori dell’Italia e della sua
cultura, ma soprattutto una quota rilevante degli elettori di oggi e di
domani. Consapevoli che la nostra voce riflette le necessità e le
aspettative non solo della comunità italiana del Belgio, ma di ogni
comunità di Italiani residenti all'estero, ci rivolgiamo a coloro che ci
rappresentano, senza distinzione di appartenenza politica, affinché il
nostro appello non rimanga vano, ma trovi un valido appoggio per
sostenere a livello politico questa importante iniziativa da cui dipende
non solo il futuro dei giovani italiani in Belgio, ma più in generale
di tutti i giovani italiani residenti all'estero. Con la speranza che
non restiate insensibili a questa richiesta di soccorso su un questione
d’interesse nazionale, vi preghiamo di accogliere, Onorevoli
Parlamentari, con i nostri più distinti saluti, l’espressione della
nostra stima.
Raffaela Palanga
Comitato per la “Scuola Italiana di Bruxelles”
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