La Grecia si salverà? Potrà essere salvata? Vale la pena salvarla o tanto vale abbandonarla alla tragica realtà delle cose? Sono domande che si pone tanto l’uomo comune quanto il grande finanziere e il potente statista. La risposta, non scontata, è che tutti dobbiamo convincerci che non c’è divergenza tra il destino della Grecia e il destino dell’Europa. Questo è vero storicamente e culturalmente ed è vero nella concreta fattualità dell’assetto finanziario ed economico dell’Unione europea. La Grecia non è una nazione come le altre. Annientare la Grecia significa colpire le ragioni stesse dell’Europa.
Della crisi greca, della sua genesi e delle sue dinamiche, soprattutto in prospettiva, abbiamo parlato, nell’intervista di seguito, con un noto architetto italiano che da molti anni vive ed opera in Grecia, Angelo Saracini.
Saracini, cavaliere della Repubblica italiana, svolge impegni politico diretto in Grecia, dove – accanto all’impegno professionale – si occupa di ricerca storica e attività pubblicistica. Il suo è un punto di vista privilegiato per capire meglio i problemi sul tappeto.
- Arch. Angelo Saracini, lei da anni vive ed opera in Grecia, che è diventata il suo secondo Paese. Come giudica l’attuale situazione ellenica? I vertici europei, in questi giorni, sembrano avere una grande fiducia sulla Grecia e sulle sue possibilità di farcela, dopo mesi di previsioni catastrofiste. E’ un ottimismo condivisibile?
“Purtroppo solo di ottimismo non si puo’ parlare.
I vertici europei ormai rispondono ad una logica di potere dove le decisioni vengono prese da piccoli centri di potere che impongono alla Grecia e di conseguenza a tutta l’Europa il loro diktat.
Siamo ormai abituati,almeno in Grecia e che non vedo nelle televisioni italiane,a discorsi e imposizioni giornaliere della Merkel,del vicecancelliere….e dal ministro dell’economia….che impongono le loro condizioni,tutte e solo economiche,all’attuale Governo (esecutore di ordini) e di conseguenza ad un intera popolazione.
Quella che sembra una fiducia sul futuro della Grecia e’ solo una finzione,che anestetizza,per modo di dire,il popolo greco,di fronte a uno spettro catastrofico di ritorno alla dracma,attraverso gli organi di potere locale,governo,partiti di maggioranza,media ecc.
In poche parole ormai giornalmente,e questo ’succede da piu’ di 2 anni,si dice alla gente,con ricatti sul futuro, che se non accettate oggi queste condizioni domani sara’ peggio”.
- Come è stato possibile, per la Grecia, ridursi nelle condizioni drammatiche in cui si trova?
“La Grecia non ha agito da sola,come ho detto anche nella teleconferenza con Taranto organizzata dal Dopolavoro filellenico,il piano e’ stato preparato a tavolino e in particolare, dal 2000 circa,(ma i preparativi sono avvenuti qualche anno prima con lo scandalo in borsa),quattro anni prima delle Olimpiadi 2004 (la grande abbuffata).Allora col governo socialista di Simitis si sono incominciati a gestire i conti dello Stato greco,con finti bilanci e sottoscrizione di mutui bancari con altissimi tassi di interessi,e sempre con la collaborazione e appoggi bancari esterni europei e in particolar modo tedeschi.
Sono noti i solidi legami Grecia-Germania con la classe dirigente politica con Il primo ministro e in particolare col primo m.Simitis che e’ stato al potere per 8 anni,fino al 2004, e che ha compiuto studi universitari in Germania”.
- C’è un rischio contagio per altri Paesi, tipo l’Italia? Molti sostengono che, nei fatti, l’Europa sia in mano ai tecnocrati di Bruxelles e ai banchieri di Francoforte, ai quali non dispiace che i popoli del sud Europa continuino a vivere in ristrettezza. Condivide?
“Non c’e’ da condividere,e’ un dato di fatto di fronte agli occhi di tutti .E purtroppo questo e’ permesso grazie agli attuali partiti di maggioranza locali,che politicamente falliti,hanno demandato a governi tecnici e non rappresentativi del popolo,di cambiare completamente la struttura socio economica degli Stati,abolendo con colpi di legge,le conquiste democratiche ottenute a fatica negli ultimi 50 anni da intere nazioni”.
- Quando i Padri del dopoguerra hanno cominciato a costruire l’Europa secondo lei pensavano solo a una Unione per le quote latte, il burro eccedente, le banche, oppure a un ritorno alle radici culturali e spirituali del continente?
“Certo che no,anche se le condizioni sociali e politiche di quei tempi erano differenti da quelle odierne,ma i problemi relativi alla concentrazione economica erano gli stessi,solo che erano divisi in blocchi internazionali equilibrandosi con delle ideologie contrapposte,comuniste,socialiste,nazifasciste o filo liberali.
E oggi e’ ancora piu’ forte l’esigenza di tornare a comuni radici culturali e spirituali del sud Europa,che secondo me,puo’ far rinascere la speranza nei popoli per un nuovo riscatto e crescita delle Nazioni”.
- Questa crisi drammatica rischia di mettere economicamente e spiritualmente la Grecia in ginocchio per molto e molto tempo e a ridurla a una marginalità totale, indebitata e asservita ai grandi poteri. Ma la Grecia non è una nazione come qualsiasi altra. Senza Grecia, storicamente e intellettualmente, non c’è Europa. Nessuno può rimanere indifferente al destino di questo popolo. Secondo lei cosa possiamo fare tutti noi per aiutare i greci?
“Purtroppo e’ cosi,ma i media internazionali riescono a fare perfettamente un lavaggio del cervello giornaliero pro bancari e governi autoritari che impongono le loro condizioni alla Grecia parlando di salvataggio,mentre invece e’ ormai matematicamente dimostrato che tutto cio’ sta portando la Grecia in un baratro.
Molte cose si possono fare per aiutare la Grecia e prima di tutto sensibilizzare il piu’ possibile i popoli europei con cognizione di causa e collaborazioni che portino a proposte alternative e fattive per ritornare ad uno sviluppo umano prima di tutto, di un popolo che e’ stato ridotto alla disperazione.
Voi in particolare,italiani,potete fare da cassa di risonanza con i vostri governi locali e quello nazionale in modo che il problema Grecia sia veramente un problema Italia e attraverso la triste esperienza della Grecia cercare di cambiare le sbagliate ricette economiche di questi governi tecnici”.
- La Grecia è depositaria di un patrimonio artistico e archeologico che costituisce la memoria e l’identità dei popoli dell’occidente. Questo patrimonio ora è in pericolo. Cosa bisogna fare per custodirlo?
“Per custodire un patrimonio del genere serve prima di tutto una nuova mentalita’ e politica culturale con una rinnovata sensibilita’ delle classi dirigenti greche che in questi anni e’ mancata.
Si potrebbero pero’ creare dei circuiti spontanei di solidarieta’ della Magna Grecia
anche con gemellaggi e scambi culturali che semplicemente potrebbero essere elaborati nelle Scuole per sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni che dovrebbero riscoprire l’importanza della cultura greco romana.
E questo oggi e’ facilmente realizzabile anche usando semplicemente i nuovi mezzi di comunicazione e in particolare l’internet”.
- Qual è il ruolo che può svolgere la cultura per aiutare la Grecia e per la rinascita umana dell’Europa?
“La cultura deve essere rimessa al centro dell’interesse europeo.Purtroppo parliamo solamente di crisi economiche perche’ la cultura e’ diventata un semplice optional che per di piu’ ci dicono che non rende.
Anche l’attuale Europa ha dimostrato scarso interesse culturale.
La cultura per la Grecia e’ fondamentale,ma come ho detto,in questo momento a tutto si pensa in Grecia,tranne che alla cultura.
Speriamo che se ci saranno elezioni il nuovo Governo la rivalorizzi all’interno di un nuovo programma di sviluppo”.