giovedì 28 marzo 2013

Il supermercato dei disoccupati dove il carrello si riempie lavorando

Nasce il supermercato per i disoccupati: lavoro in cambio della spesa gratis!

Le famiglie avranno a disposizione in maniera totalmente gratuita una tessera e un tot di bollini per fare la spesa nell’arco di un anno. Nessuna carità: dovranno offrire in cambio aiuto almeno una volta a settimana...A rendere possibile e realizzabile il progetto sono le tante associazioni di volontariato attive sul territorio di Modena e, come ci tiene a sottolineare Morselli, per la prima volta anche laiche.

Nasce il supermercato per i disoccupati: lavoro in cambio della spesa gratishttp://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/25/nasce-supermercato-per-disoccupati-lavoro-in-cambio-della-spesa-gratis/541802/

domenica 24 marzo 2013

Chi fara' una interrogazione parlamentare su La Banca del Germoplasma di Bari... che fine ha fatto?



http://www.beacon.it/wordpress/territorioparmaovest/agricoltura/4059/i-semi-del-cibo-a-rischio-lettera-aperta-e-intervista-al-prof-pietro-perrino
http://www.disinformazione.it/banca_germoplasma2.htm

....quello che sta avvenendo a livello europeo con le direttive che la Commissione Ue e l’Europarlamento avallano per infestare lentamente e progressivamente i territori agricoli del Vecchio Continente, mettendo a rischio le altre varietà vegetali che vengono letteralmente soppiantate dalle sementi OGM (Organismi geneticamente modificati) prodotte in laboratorio. Dietro a tutto questo si cela una volontà precisa costituita da pressioni economiche o militari con le quali i poteri forti agiscono nei confronti di tutti i Paesi, affinché siano obbligati ad utilizzare e consumare quanto prodotto dalle multinazionali a scopo di lucro.
Con il decreto legge del 31/07/2012 la Commissione europea ha proposto la vendita esclusiva di sementi di tipo Ogm o Ibridi. In sostanza si parla di piante, ma anche di coltivazioni non ben definite, geneticamente modificate, una tra tutte per citare un esempio, la coltivazione del mais Ogm. Tuttavia il problema è più complesso e investe tutto il Pianeta Terra A questo proposito abbiamo intervistato il professor Pietro Perrino, che da qualche tempo ha lanciato un appello secondo cui la Banca del Germoplasma del CNR di Bari, fondata nel 1970, si trova in una condizione di altissimo rischio, in quanto i semi di 84.000 campioni di diversi generi e diverse specie stanno morendo, e gli abbiamo posto una serie di domande riguardanti l’Istituto pugliese che il professore ha diretto fino al 2002.
Perrino ha già pubblicato su internet una lettera aperta, con l’obiettivo di evidenziare l’importanza del germoplasma per “l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente, e conseguentemente di far comprendere perché sono nate le banche del germoplasma, e per quale motivo attualmente si trovano ad altissimo rischio”. Tutte queste domande le abbiamo poste al professore affinché ci renda edotti dell’importanza di salvaguardare la banca di Bari e del perché gli OGM rappresentano una minaccia per la biodiversità...

Il prof. Perrino spiega perché è necessario salvaguardare le molteplici specie vegetali

La Banca del Germoplasma di Bari rischia il collasso

     
Il quotidiano nazionale Rinascita si occupa da tempo di argomenti che analizzano il pessimo ruolo svolto dalle multinazionali come la statunitense Monsanto. A tale scopo i nostri redattori seguono con interesse e preoccupazione quello che sta avvenendo a livello europeo con le direttive che la Commissione Ue e l’Europarlamento avallano per infestare lentamente e progressivamente i territori agricoli del Vecchio Continente, mettendo a rischio le altre varietà vegetali che vengono letteralmente soppiantate dalle sementi OGM (Organismi geneticamente modificati) prodotte in laboratorio. Dietro a tutto questo si cela una volontà precisa costituita da pressioni economiche o militari con le quali i poteri forti agiscono nei confronti di tutti i Paesi, affinché siano obbligati ad utilizzare e consumare quanto prodotto dalle multinazionali a scopo di lucro.
Con il decreto legge del 31/07/2012 la Commissione europea ha proposto la vendita esclusiva di sementi di tipo Ogm o Ibridi. In sostanza si parla di piante, ma anche di coltivazioni non ben definite, geneticamente modificate, una tra tutte per citare un esempio, la coltivazione del mais Ogm. Tuttavia il problema è più complesso e investe tutto il Pianeta Terra A questo proposito abbiamo intervistato il professor Pietro Perrino, che da qualche tempo ha lanciato un appello secondo cui la Banca del Germoplasma del CNR di Bari, fondata nel 1970, si trova in una condizione di altissimo rischio, in quanto i semi di 84.000 campioni di diversi generi e diverse specie stanno morendo, e gli abbiamo posto una serie di domande riguardanti l’Istituto pugliese che il professore ha diretto fino al 2002.
Perrino ha già pubblicato su internet una lettera aperta, con l’obiettivo di evidenziare l’importanza del germoplasma per “l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente, e conseguentemente di far comprendere perché sono nate le banche del germoplasma, e per quale motivo attualmente si trovano ad altissimo rischio”. Tutte queste domande le abbiamo poste al professore affinché ci renda edotti dell’importanza di salvaguardare la banca di Bari e del perché gli OGM rappresentano una minaccia per la biodiversità.

Buongiorno Professore, iniziamo da quello che sta accadendo alla Banca del germoplasma di Bari. Cosa rischia attualmente l’Istituto che fino al 2002 è stato da lei diretto?
Quello che accade è che i semi di 84.000 campioni di oltre 60 generi e oltre 600 specie di piante coltivate, incluse alcune specie selvatiche, provenienti da diverse parti del mondo e raccolti perché queste erano minacciate da erosione genetica (perdita di diversità), ma importanti per l’agricoltura attuale e futura, stanno morendo, cioè stanno perdendo la capacità di germinare, e gli attuali responsabili della Banca del Germoplasma non stanno rispettando le prescrizioni del Procuratore Aggiunto dott. Marco Dinapoli, che nel 2010, dopo diversi anni di sequestro del germoplasma, dedicati ad accertare il danno provocato da incuria dell’allora direttore dell’Istituto di Genetica Vegetale (IGV) del CNR di Bari, istituto che ingloba la Banca del Germoplasma, ha provveduto al dissequestro, riconsegnando il germoplasma al CNR, ma con l’obbligo per quest’ultimo di rispettare le prescrizioni. Soprattutto quella relativa alla rigenerazione dei semi danneggiati dalle alte temperature che si verificarono nel corso del 2003 e 2004 a causa della mancata riparazione degli impianti del freddo delle camere di conservazione delle collezioni di semi. La rigenerazione serve a ridare ai semi una capacità di germinazione pari al 100%, mentre quella attuale, cioè dopo il danno, è in molti casi scesa a valori inferiori anche al 40%. In conclusione, se non si interviene con la rigenerazione i semi moriranno tutti, rischiando quindi di perderli per sempre. In questo modo il CNR ha messo a rischio il germoplasma due volte. La prima volta nel 2003 e 2004, quando, nonostante le reiterate richieste di riparazione degli impianti del freddo, da parte del sottoscritto e collaboratori, il direttore dell’IGV non autorizzò gli interventi, causando, come già detto, un aumento delle temperature nelle camere di conservazione e quindi un danno alla capacità germinativa dei semi conservati. E la seconda volta, nel 2010, quando dopo il dissequestro, non ha rispettato le prescrizioni del Procuratore Aggiunto dott. Marco Dinapoli, in quanto non eseguendo la rigenerazione sta provocando la morte definitiva dei semi. Tutto ciò dimostra, in maniera inequivocabile, che il CNR non crede nel germoplasma. Chi crede in una cosa non la mette a rischio. Il motivo per cui l’attuale direttore dell’IGV (degno successore di chi mise a rischio il germoplasma la prima volta), nasconde la verità, affermando che il germoplasma non corre alcun rischio, e non lo molla a nessuno è semplice: lo usa come prestigio per continuare a ricevere finanziamenti, che però usa per altri scopi, come il sequenziamento del DNA, che non porterà da alcuna parte e che comunque non servirà a salvare i semi.

Dopo il suo appello apparso su internet e risalente al settembre di due anni fa le istituzioni preposte si sono adoperate per mettere fine a questo scempio e a risolvere almeno parzialmente i problemi che Lei aveva denunciato mesi prima?
No, come ho già detto, il CNR non solo non ha provveduto a rigenerare i semi sopravvissuti al danno subito, ma continua a ricevere finanziamenti dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) per l’implementazione del “Trattato internazionale Fao sulle risorse genetiche per l’alimentazione e l’agricoltura” che il governo italiano ha ratificato con Legge 6 aprile, 2004, n. 101. Nell’ambito di questa legge, l’IGV riceve ogni anno, dal 2004, oltre 100.000 euro di finanziamenti, che come ho detto prima, usa per fare sequenziamento di DNA, una ricerca che oggi va molto di moda, ma inutile specialmente ai fini della salvaguardia del germoplasma. Il motivo per cui il direttore dell’IGV preferisce spendere quei finanziamenti per il sequenziamento e non per salvare i semi è che nel primo caso i ricercatori riescono più facilmente a pubblicare su riviste con un buon fattore d’impatto e si fa più facilmente carriera, mentre nel secondo caso si salverebbero i semi e sarebbe più difficile pubblicare su riviste impattate. Questo motivo va a braccetto con il fatto che le lobby degli OGM spingono per imporre le loro piante transgeniche (piante OGM) e far fuori le antiche varietà, molto presenti nelle collezioni di semi conservate nelle banche genetiche o banche di germoplasma. La mia lettera aperta, benché conosciuta, riesce a richiamare l’attenzione di giornalisti come Lei e di numerose persone sensibili al valore del germoplasma, ma non delle istituzioni preposte, inclusi il CNR, la comunità scientifica, le associazioni di categoria e i soggetti politici di diverso livello (dai ministri agli assessori), perché troppo impegnati in tutt’altre faccende. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Certo è duro accettare l’insensibilità della comunità scientifica, che è rea due volte: per non essere intervenuta ne prima ne dopo il danno. La mia spiegazione a questo comportamento della comunità scientifica e delle altre istituzioni, che in teoria avrebbero dovuto intervenire, è che istituzioni, comunità, ecc., sono parole che indicano cose che si muovono solo se c’è un interesse personale di chi gestisce quelle cose. Sono delle strutture vuote. Ma c’è di più. Nel caso specifico ho notato che i rappresentanti di istituzioni o comunità che si occupano o dovrebbero occuparsi di salvaguardia di risorse genetiche e che pertanto più di altre istituzioni o comunità avrebbero dovuto fare qualcosa per salvare i semi della Banca del Germoplasma di Bari, non solo non hanno fatto nulla, ma sotto sotto erano e sono felici, in quanto in questo modo possono sperare in una maggiore disponibilità di finanziamenti pubblici per i loro centri. Insomma, i leader invece di battersi per la soluzione dei problemi della collettività si battono per tirare acqua al proprio mulino (quello della propria istituzione o comunità), con il risultato che non funziona nessuno dei mulini. Se la banca del Germoplasma di Bari avesse avuto un protettore tra i politici o persone che contano, ora non sarebbe nelle condizioni in cui è, sotto la minaccia della lobby degli OGM.

Quali sono le caratteristiche peculiari della Banca del germoplasma che la rendono unica a livello europeo?
Le peculiarità sono che i semi sopravvissuti al danno e che attendono di essere rigenerati prima che muoiano definitivamente, sono semi di varietà antiche, sopravvissute alla Rivoluzione Verde e quindi minacciate da erosione genetica (perdita di biodiversità) e/o estinzione. Ci sono anche semi di specie selvatiche strettamente imparentate a quelle coltivate e quindi molto utili a migliorare, mediante incroci, quelle coltivate. Spesso si tratta di semi di piante selvatiche, da cui l’uomo agricoltore partì per ottenere quelle attualmente coltivate. Si tratta cioè dei progenitori selvatici, da cui partì l’addomesticazione. Sono semi unici perché anche se in certi casi furono creati dei duplicati distribuiti ad altri centri, sparsi nel mondo, nessuno può garantire che quel duplicato sia ancora vivo e se anche lo fosse nessuno può garantire che in caso di necessità sia disponibile per il nostro Paese e, infine, nessun duplicato è esattamente identico all’originale, proprio come nessun individuo della specie umana è esattamente identico a un altro individuo della stessa specie. Pertanto, la peculiarità della Banca del Germoplasma di Bari è che conserva semi di piante uniche, non più disponibili in natura, utili a risolvere problemi attuali e futuri dell’agricoltura italiana, europea e globale.

Chi si cela dietro la volontà di distruggere un Istituto così importante per la vita?
Dopo quanto detto, i veri nemici della Banca del Germoplasma sono le lobby interessate alla produzione e diffusione delle piante transgeniche (OGM), che vedono nel germoplasma conservato nelle banche genetiche un competitor. Il discorso è il seguente: fino a quando gli agricoltori avranno a disposizione semi di antiche varietà o comunque di risorse genetiche che garantiscono un futuro all’agricoltura, le multinazionali incontreranno difficoltà a piazzare le loro piante transgeniche.
Un grande aiuto nel perseguire questa politica glielo danno (consciamente o inconsciamente) le società scientifiche di settore, in quanto a causa della scarsità di fondi pubblici per la ricerca, sono particolarmente vulnerabili alle pressioni delle multinazionali che di fatto finanziano progetti per svolgere ricerche finalizzate alla produzione e diffusione di piante transgeniche, ma anche a finanziare riviste scientifiche disponibili a pubblicare i risultati di tali ricerche, agevolando così la carriera di quei ricercatori che si daranno da fare a dire che la scienza è a favore degli OGM. La cosa curiosa è che molti di questi ricercatori sviluppano una struttura mentale tale da impedire loro di riconoscere la verità: gli OGM sono inutili e dannosi per la salute umana. Il denaro riesce a mutare tutto, anche la scienza. Non ci possiamo fidare nemmeno dei Premi Nobel.

Non dimenticando la direttiva del 31 luglio scorso della Commissione Ue che vorrebbe imporre a tutti gli Stati membri di adottare gli Ogm, come il mais prodotto dalla multinazionale statunitense Monsanto, come è possibile agire per impedire questo scempio in Italia e in Europa?
La mia lunga esperienza diretta e indiretta acquisita partecipando a conferenze di settore, mi permette di affermare che buona parte dei componenti della Commissione Europea sono corrotti, come lo sono molti leader della ricerca e a seguire direttori di riviste scientifiche. Se così non fosse, oggi non staremmo a parlare di OGM. Le prove scientifiche che dimostrano l’inutilità e la nocività degli OGM sono note, ma si fa finta di non conoscerle o addirittura si afferma che non ci sono prove scientifiche. Ciò accade anche perché, parecchi miei colleghi anche se contrari agli OGM non si espongono abbastanza, in quanto temono di perdere qualche posizione in questo o quel comitato o gruppo di studio, e così via. Pertanto, le azioni da compiere per impedire agli Stati Membri di introdurre, usare e coltivare gli OGM sono diverse: divulgare la pericolosità degli OGM, denunciare tutti i casi di corruzione, non dare il proprio voto a politici che sono a favore degli OGM, distruggere eventuali campi di piante transgeniche, come già accaduto e infine lottare per una società migliore. Con i briganti bisogna essere briganti e mezzo (parole di Sandro Pertini). La lotta contro gli OGM si vince se ci si batte per impedirne l’uso e la coltivazione anche in altri paesi, in quanto il DNA transgenico degli OGM può colpire anche a distanza e anche chi non lo usa direttamente (non lo mangia) e non lo coltiva (ma lo respira e lo beve, perché presente nell’aria e nelle acque). Un aspetto questo poco conosciuto, ma anche spesso e volentieri deliberatamente sottaciuto.

Quale futuro prevede per l’agricoltura biologica e quali danni può provocare quella industriale, come gli OGM?
Tra le due agricolture, quella biologica e quella industriale, inclusa quella degli OGM, quest’ultima non ha futuro. In breve, ci sono due cose da dire che pochi sanno. La prima è che l’agricoltura biologica (nelle sue diverse forme) fornisce in media una produzione per ettaro pari a quella di un’agricoltura industriale nei Paesi Sviluppati e di circa il doppio nei Paesi in Via di Sviluppo (dati ventennali di un gruppo di ricerca dell’Università del Michighan e della FAO). Questo significa che se tutte le aziende agricole del Pianeta si convertissero in agricoltura biologica, la produzione agricola mondiale sarebbe sufficiente a sfamare 9 miliardi di esseri umani, cioè una popolazione superiore a quella attuale di 7 miliardi. La seconda cosa è che attualmente nel piatto in cui mangia l’attuale popolazione umana, l’80% è prodotto da agricolture biologiche (certificate e non) e solo il 20% è prodotto da agricolture industriali, incluse quelle dedicate agli OGM. È un dato che sorprende noi dei paesi occidentali, in quanto la percentuale del cibo prodotto da agricolture industriali è maggiore del 20% e forse in alcuni casi è addirittura superiore al 50%, ma come dicevo, in media l’89% del nostro cibo è prodotto da agricolture biologiche. I danni che provoca l’agricoltura industriale e quella che usa OGM è notevole e consiste nel fatto che riduce notevolmente la biodiversità degli ecosistemi agricoli, che a sua volta comporta lo sviluppo di nuovi patogeni o parassiti o peggio di superparassiti. Ecco perché dicevo che ci dovremmo opporre all’uso e coltivazione degli OGM, non solo in Italia o Europa, ma anche altrove. Quello che accade intorno a noi, vicino o lontano, non può lasciarci indifferenti solo perché non ci colpisce direttamente e subito. Perché dovremmo attendere che ci colpisca dopo e magari in una forma ancora più subdola? Prevenire è sempre meglio che curare.

Come esperto e studioso cosa pensa delle biotecnologie e degli Ogm. Sono davvero molto dannosi per la salute dell’uomo come si ipotizza?
Il danno che possono provocare gli OGM non è un’ipotesi è una realtà, che conosce molto bene la gente che l’ha già sperimentata sulla propria pelle. Dovremmo andarlo a chiedere a quegli agricoltori del Sud Est Asiatico,che si sono suicidati (centinaia di migliaia) per non aver potuto pagare alle banche i prestiti contratti per coltivare gli Ogm, in quanto i loro raccolti sono stati fallimentari. Ma, a parte ciò questi stessi agricoltori hanno assistito alla morte dei loro greggi che hanno pascolato sui campi dove erano state coltivate piante transgeniche, come il cotone Bt. E che dire degli agricoltori americani, che, sempre più numerosi, incominciano a lamentare problemi di sterilità dei loro terreni, dovuti all’uso della colza Roundup Ready. L’erbicida utilizzato per uccidere le erbe infestanti oltre a causare problemi di salute in chi se ne alimenta determina sterilità dei suoli, in quanto la molecola dell’erbicida implicata blocca i microelementi nel terreno e li rende indisponibili per la pianta, che a sua volta risulta più vulnerabile alle malattie e fornisce un alimento più povero o meno nutriente. Queste piante forniscono dei cibi “vuoti”. Secondo me, ma anche secondo molti, gli OGM non hanno un futuro. Ma è chiaro che ciò dipende anche da quanto noi sapremo contrastare le multinazionali e il sistema sociale che le asseconda. È chiaro quindi che chi lotta contro gli OGM lotta contro un sistema insostenibile, corrotto e malato in tutti i sensi...

...In conclusione vorrei aggiungere che è vero che c’è una Magistratura buona e una cattiva. Il Magistrato che sequestrò il germoplasma per riparare gli impianti del freddo e accertare il danno subito dai semi, per me fa parte della Magistratura buona. Questo Magistrato ha svolto un lavoro impeccabile fino alla fine, indicando nel decreto di dissequestro le cose da fare per salvare i semi sopravvissuti al danno.
Purtroppo questo Magistrato non ha più avuto modo di seguire la vicenda, perché è stato trasferito da Bari a Brindisi, dove è stato promosso Procuratore Capo. Il suo posto a Bari è stato occupato da un altro Magistrato che ha bocciato tutto il lavoro svolto dal suo predecessore. Ha archiviato tutto, affermando che non c’è dolo e non c’è danno. Sottolineando che non c’è danno perché il germoplasma (i semi) non è equiparabile a un medicinale. Quindi, per questo Magistrato se tutti i semi di tutte le banche genetiche del mondo dovessero morire (perdere la loro capacità di germinare) non ci sarebbe alcun danno. Naturalmente, noi comuni mortali ci chiediamo: ma allora perché miliardi di dollari sono stati e sono tuttora utilizzati per creare e mantenere le banche genetiche? Per giocare? Per dare un giocattolo ai ricercatori?
Ecco, per me questa è cattiva Magistratura e mi chiedo se il trasferimento del Magistrato non abbia qualche relazione con l’archiviazione della vicenda del germoplasma.
  http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18535

Il nuovo governo,in rispetto del Trattato di Parigi del 1947, fermera' il dominio militare americano in Sicilia?L’influenza a stelle e strisce sul traffico aereo civile si fa sentire così ancora una volta. Ubi maior, minor cessat. Chissà se ad “esercitarsi” ieri pomeriggio siano stati i soliti droni, sofisticatissimi aerei senza pilota usati dalle forze armate americane per le operazioni di spionaggio, o come guida di attacchi aerei e lancio di bombe teleguidate e missili!




L’Isola dei Siciliani –in violazione del Trattato di Parigi del 1947, corollario di Yalta, che la suppone “Smilitarizzata”, e in violazione del Trattato con Roma che la vuole “Autonoma”- è solo una piattaforma geostrategica per le scorrerie anglo-americane e italidiote: dal centro del corridoio mediterraneo, laddove scorre il 30% del traffico commerciale del sistema-Mondo, con linee di penetrazione a lungo raggio, che verranno consolidate dal sistema Muos e dalla rimodulazione delle basi militari attuali e future. Con probabili effetti collaterali, anche in forma di cervelli fritti: infatti il Muos lo installano a Niscemi, certo non dentro l’immensa base di Sigonella!.

 I cieli  della Sicilia sono a sovranità limitata quando Global Hawk, Predator o Reaper decidono di alzarsi in volo. Poco importa se migliaia di viaggiatori hanno pagato un biglietto, sapendo di arrivare ad un certo orario, in un certo posto, e poi sono costretti a subire un danno che in alcuni casi può anche avere conseguenze pesanti. Tanto tra Codacons e Enac è guerra aperta da tempo e a pagare sono sempre i passeggeri.
Del resto, in aeroporti come Fontanarossa o Birgi, entrambi vicini a basi militari, i Notam (acronimo di “Notice to airmen”), sono all’ordine del giorno. Non tutti lo sanno, ma si tratta di comunicazioni relative alla sicurezza del traffico aereo che vengono inviate a tutti i piloti di voli civili e che riguardano la sospensione delle procedure strumentali standard nelle fasi di accesso, partenza e atterraggio dei velivoli. A causa dell’attività dei droni o di altre esercitazioni militari, per lunghi periodi, gli aeroporti civili vengono così allertati: se il fratello americano chiama, gli alleati non possono tirarsi indietro. Anche l’Etna con la sua cenere nera risponderebbe all’appello, ne siamo certi.

“Con la trasformazione di Sigonella in capitale mondiale degli aerei senza pilota e l’installazione a Niscemi del terminale terrestre del MUOS, il nuovo sistema satellitare della marina militare USA, la Sicilia diviene l’epicentro delle guerre globali e permanenti del XXI secolo”, commenta Alfonso Di Stefano della Campagna per la smilitarizzazione. “Attualmente sono schierati a Sigonella due o tre Global Hawk dell’US Air Force. Entro il 2015, però, diverranno operativi l’AGS, il sistema di sorveglianza terrestre della NATO e il Broad Area Maritime Surveillance (BAMS) di US Navy e i grandi aerei-spia saranno più di una ventina. Che ne sarà allora del traffico aereo civile nell’isola che già oggi è pesantemente limitato dalle spericolate operazioni belliche dei droni italiani e stranieri?”.
 
Tratto da Pubblico del 13 settembre
A 30 chilometri da Sigonella, nella Sicilia sud orientale, nell’entroterra del golfo di Gela, si nasconde una base militare meno nota, ma oggetto di una nuova campagna ambientalista e pacifista. Si trova a Niscemi, comune di 27mila anime della provincia di Caltanisetta. Qui, nel 1991, gli americani installano un centro militare di terra e piantano 41 antenne con lo scopo di monitorare gli spostamenti delle forze belliche dell’area euromediterranea. Il tutto a 2 chilometri e mezzo dal centro abitato e nel cuore della riserva naturale della Sughereta, 3000 ettari di querce da sughero e macchia mediterranea.
In vent’anni, i campi elettromagnetici prodotti dalla “foresta di antenne” creano danni ancora allo studio degli esperti. Oltre a una desertificazione dell’area circostante, la popolazione di Niscemi denuncia un aumento dei casi di leucemie, linfomi, tumori e problemi tiroidei.

Sara' un governo di morti viventi..oppure risorgera' per Pasqua!

Bios Vincent, la performance stamattina a Montecitorio

venerdì 22 marzo 2013

B. ineleggibile, 215 mila firme! Manifestazione francescana a Roma piazza S. Apostoli, il 23 marzo ore 17

 
B. ineleggibile, 215 mila firme!
Manifestazione francescana a Roma
piazza S. Apostoli, il 23 marzo ore 17

E in tutte le piazze d'Italia per realizzare la Costituzione
e far rispettare la legge del 1957 che vieta a B. l’ingresso in Parlamento
Finché c'è lotta c'è speranza!
 
Sabato prossimo, 23 marzo, a Roma si svolgeranno due manifestazioni. A piazza del Popolo una manifestazione straricca di mezzi, di denaro, di disprezzo per la Costituzione e di odio per la democrazia e l’indipendenza della magistratura, quella voluta da Berlusconi (quanti dei partecipanti saranno stati convinti da viaggio gratis, cestino-pranzo, diaria e altre utilità?).

A piazza Santi Apostoli, invece, alle ore 17, una manifestazione francescana, senza una lira, senza organizzazione, totalmente auto-organizzata e auto-finanziata dai cittadini, chiederà la realizzazione della Costituzione e dei suoi principi di “giustizia e libertà”, e l’applicazione della legge 361 del 1957 secondo cui Silvio Berlusconi è ineleggibile in Parlamento perché beneficiario di una concessione statale (“in proprio o come amministratore”, dice la legge, quindi innanzitutto il proprietario o azionista o controllore di fatto: dunque sia Berlusconi che Confalonieri, non quest’ultimo al posto del primo, secondo l’interpretazione alla azzeccagarbugli imposta fin qui dall’inciucio nelle “Giunte delle elezioni”).

  Le firme di adesione sul sito www.micromega.net hanno raggiunto, a metà pomeriggio di domenica 17 marzo,
quota 215 mila. Speriamo che continuino ad aumentare, grazie al vostro impegno.

Tutti a piazza Santissimi Apostoli a Roma alle 17 di sabato 23 marzo, per la realizzazione della Costituzione e per l’ineleggibilità di Berlusconi.

Finché c’è lotta c’è speranza.

www.micromega.net

giovedì 21 marzo 2013

Parallelismi vergognosi:Chavez come Berlusconi!..le calunnie de “Il Fatto”

http://es.scribd.com/doc/131462507/Hugo-Chavez-e-le-calunnie-dei-media-italiani-doc 


Mentre in tutto il mondo, oltre un miliardo di persone assitiva in TV al funerale dello statista venezuelano, al quale rendevano omaggio una sessantina di delegazioni, tra cui una quarantina di capi di stato e di governo, in Italia il quotodiano diretto da Antonio Padellaro,


Il Fatto”

metteva in discredito Hugo Chávez ed il popolo venezuelano. Anche il candidato oppositore Henriques Capriles Radonski ha dovuto chiedere perdono per aver dubitato sulle modalità e circostanze della morte di Chávez. Padellaro più papista del papa.
Saludos attilio folliero y cecilia laya

martedì 19 marzo 2013

Il fenomeno del grillismo è davvero il prodotto del Web, e quindi delle lobbies della cybernetica, dell’open source e delle multinazionali dell’informatica,Meet up (a pagamento)...Google, You Tube, Yahoo, Facebook, Skype, ecc., sono i nuovi banchieri... E pensare che fu proprio la IBM a vendere alla Germania Nazista i sistemi per catalogare gli ebrei, creando le prime macchine di calcolo dei dati...

Il ritorno del cerbero
"La crisi è proprio questo, è l’ingresso della cybernetica nella produzione reale, la distruzione del controvalore numerario di oro e valuta, per far posto all’unità di valore intellettuale cibernetico, che può essere il click dei banner, il download e il numero delle ricerche: questi saranno i parametri che misureranno le nostre prestazioni intellettive, la compravendita di servizi e merci, e la stessa visibilità sociale" ( Da Etleboro, “ISP e informazioni: banche centrali e moneta del futuro”, 17 dic 2008).
... L’effetto domino è stato simile a quanto accaduto con la Primavera Araba e i movimenti di Occupy , dove tutto è stato organizzato attraverso blogger e attivisti anonimi, sapientemente addestrati per diffondere idee e simboli sintetici di false rivoluzioni. Il tutto amplificato dall’accreditamento dei media internazionali, che hanno presentato al mondo “il volto della resistenza al regime”, consacrando loro il ruolo di opposizione ufficiale ai poteri da abbattere. Nella realtà, le rivoluzione amare del “Game Over” di Egitto, Libia, Tunisia e Algeria non hanno fatto che riportare la bandiera di Al quaeda nel Nord Africa, fanatici tagliagole e violentatori, che hanno preso il posto di quella che era chiamata democrazia del web (Da Etleboro, "I mercenari della democrazia", 7 ago 2012 - "Un'arma di distruzione di massa digitale, 23 giu 2011 - "La rete di Soros che finanzia il crimine invisibile", 10 mar 2011)

 http://etleboro.blogspot.gr/2013/03/ci-chiamarono-complottisti.html

Anche se timidamente...La Sinistra torna inParlamento-The Left is back in the Parliament

Mentre i grandi media s'affannano a rincorrere apriscatole e altre perversioni fanatiche grilline; ad osservare le facce tristi dei montiani, la Santanché che arriva in bicicletta a Montecitorio e il baciamano di Casini alla Finocchiaro, è passato sotto silenzio il ritorno della sinistra in Parlamento.


Ebbene sì, con i 45 parlamentari di Sinistra Ecologia Libertà, tante istanze - dai diritti lgbtq alla tutela dell'ambiente, passando per il reddito minimo garantito - ora possono trovare voce nel luogo per eccellenza della nostra democrazia: il Parlamento.

Queste sono le prime 8 proposte di legge depositate oggi da Sinistra Ecologia Libertà nel suo primo giorno di vita parlamentare:

- Legge per riconoscimento della cittadinanza ai bimbi stranieri nati in Italia.
- Legge contro le dimissioni in bianco.
- Legge per la ripubblicizzazione del sistema idrico integrato.
- Legge sull'agricoltura sociale.
- Legge per i matrimoni gay.
- Legge per la tutela del paessaggio e la bellezza del territorio.
- Legge anticorruzione per la modifica art.416 ter codice penale.
- Legge che istituisca anche in Italia il reddito minimo garantito. *
 As the media hassle trying to find can openers and other Grillo fanatic perversions; seeing the sad faces of the Monti followers, Santanché arriving with a bike at Montecitorio and Casini's hand kissing to Finocchiaro, the return of the Left in the Parliament has gone silent. Well yes, with the 45 parliamentaries of SEL, many instances - from the LGBTQ rights to preservation of the environment, passing throught the minimum guaranteed income - now can find a voice in the place for excellence of our democracy: the Parliament.

These are the first 8 law proposals deposited a few days ago by SEL in its first day of parliamentary life:

- Law for the recognition of citizenship to foreign children born in Italy.
- Law against blank resignations.
- Law for social agriculture.
- Law for gay marriage.
- Law for the preservation of the landscape and the beauty of the territory
- Law against corruption for the change of the art. 416 of the penal code.
- Law that institutes in Italy the minimum guaranteed income*.

sabato 16 marzo 2013

Today is a good day for democracy in Italy...


Today is a good day for democracy in Italy because the Italian Parliament managed to break the deadlock and elected two excellent Presidents. Laura Boldrini was elected President of the Camera dei Deputati . Grand child of Arrigo Boldrini, legendary cammander of the anto fascist resistance, Laura run the UNHCR office for years with great compassion and competence and succeeds to Mr Fini a reformed fascist whose name is on the most shameful anti immigration law. Piero Grasso was elected President of the Senat. He is a former National anti mafia prosecutor and succeds to Renato Schifani, a Sicilian lawyer who was under trial for complicity with mafia bosses. Italy is in progress Best of luck to Laura Boldrini and Piero Grasso. (Angelo Consoli)
 

venerdì 8 marzo 2013

La carta dei diritti/«SE LA DONNA PUÒ SALIRE SUL PATIBOLO ALLORA DEVE ANCHE SALIRE SUL PODIO» - «Uomo, sai essere giusto?» Dichiarazione di cittadine L'ITALIA AL PALAZZO DI VETRO DELL'ONU - La violenza (di genere) che ferma lo sviluppo

 

La carta dei diritti/«SE LA DONNA PUÒ SALIRE SUL PATIBOLO ALLORA DEVE ANCHE SALIRE SUL PODIO» «Uomo, sai essere giusto?» Dichiarazione di cittadine
Articolo di - E. Ca.
La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina di Olympe De Gouges è una vera pietra miliare per la storia del femminismo. Scritta nel 1791, consta di 17 articoli, come la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, che Olympe si prefigge di «continuare», specificando e declinando al femminile l'universalità (in realtà solo maschile) proclamata. Nonostante sia definita una «Contro» Dichiarazione, a mio parere, al contrario, prevale in essa un'ottica di completamento e complementarietà tra le due dichiarazioni.
In quella di Olympe, dopo la dedica a Maria Antonietta («La rivoluzione avrà luogo soltanto quando tutte le donne saranno compenetrate della loro deplorevole sorte e dei diritti che hanno perduto nella società. Sostenete, Signora, una così bella causa; difendete questo sesso sfortunato...»), segue il Preambolo, con il celebre incipit «Uomo, sai essere giusto? E' una donna che te lo domanda: non vorrai toglierle questo diritto.
Dimmi, chi ti ha dato il sovrano potere di opprimere il mio sesso?».
Olympe compie un parallelismo tra l'ordine naturale, in cui vige una cooperazione tra «i sessi nell'amministrazione della natura» «nell'insieme armonioso di questo capolavoro immortale» al quale contrappone «l'impero tirannico» dell'uomo che «nell'ignoranza più crassa, vuole comandare su un sesso che ha autonome facoltà intellettuali», quello delle donne.
Segue il corpus di diritti, in apertura scandito dal principio dell'uguaglianza: «La Donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell'uomo» (art.1); il rivoluzionario articolo 3 dichiara che «ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione, che è l'unione della Donna e dell'Uomo», principio al quale si ricollega l'affermazione dell'articolo 10, secondo la quale «se la donna ha il diritto di salire sul patibolo, essa deve avere pure quello di salire sul podio». Un'espressione che ci scuote due volte: non solo infatti un terribile scherzo del destino ha voluto che Olympe salisse sul patibolo per la sua decapitazione, ma anche perché il messaggio di Olympe sulla partecipazione delle donne alla vita pubblica si arricchisce, acquistando nuova forza, in questo tempo di rivendicazioni delle quote rosa e del 50e50 .
Nelle «Conclusioni» il richiamo alla ragione: «Donna svegliati, la campana della ragione si fa sentire in tutto l'universo, riconosci i tuoi diritti. (...)» e infine un richiamo all'educazione delle donne «poiché in questo momento si parla di educazione nazionale, vediamo se i nostri saggi Legislatori penseranno rettamente sull'educazione delle donne». Un punto che la lega a Mary Wollstonecraft (genitrice poco glam della celebre Mary Shelley), che un anno dopo la Dichiarazione di Olympe, nel 1792, scrive la Rivendicazione dei Diritti della Donna, in cui pone significativamente al centro la questione dell'educazione delle donne, per lo sviluppo dell'intera nazione. Polemizzando con Rousseau, che nell'Emilio aveva teorizzato una forma di subalternità delle donne, il cui compito sarebbe «piacere agli uomini», Wollstonecraft afferma che la natura delle donne non è inferiore a quella degli uomini, e che l'immagine che le donne hanno di superficialità e di stupidità è la proiezione di una educazione che le induce a pensare solo al proprio aspetto fisico (quanto sono terribilmente attuali queste considerazioni!): «Istruite fin dall'infanzia che la bellezza è lo scettro della donna, il loro spirito prende la forma del loro corpo e viene chiuso in questo scrigno dorato, ed essa non fa che decorare la sua prigione».
Quante donne, oggi, non vorrebbero che l'8 Marzo sancisse una reale applicazione delle modernissime richieste di Olympe?
http://www.ilmanifesto.it/fileadmin/archivi/in_edicola/20130308vignetta.gif
                                                                                                                                                                                  Donne non solo l'8 marzo

Donne deluse
da labbra di fiele,
lasciate da parte
o ridotte in catene,
donne usurpate
strappate alla vita,
piccole donne
e una grande ferita.
Donne sfruttate,
incomprese, sedate,
da un mondo che ancora
invoca barbarie.
Donne comunque
accezione speciale
stille di gioia
nel cielo d'estate,
lasciate fiorire
come dolci promesse,
vincitrici morali
di molte scommesse;
donne in un grido
per un giorno migliore,
donne per sempre
messaggere d'amore
.



L'ITALIA AL PALAZZO DI VETRO DELL'ONU La violenza (di genere) che ferma lo sviluppo Articolo – di Raffaele K Salinari

Al Palazzo di vetro dell'Onu è in corso la 57a sessione della Commissione sulla Condizione della Donna (Csw57) dal 4 al 14 marzo, che quest'anno discuterà il tema delle violenza di genere e delle prospettive che si aprono quando, nel 2015, terminerà la lunga fase degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, iniziata nel 2000.
Una riunione importante, alla quale l'Italia si presenta con una delegazione capeggiata dal ministro Fornero e diverse Ong del settore, che si sono spese per organizzare eventi e riflessioni sul tema della violenza contro le donne e la relazione genere-sviluppo. I numeri, infatti, sono impressionanti: da uno studio condotto dalla Ong internazionale Terre des Hommes per la campagna InDifesa contro la violenza sulle bambine (www.indifesa.org), emergono questi dati: sono da 500 milioni a 1 miliardo i bambini nel mondo vittime di una qualche forma di violenza, più della metà sono femmine; 100 milioni di bambine mancano all'appello in India per via degli infanticidi e degli aborti selettivi, 9 milioni di bambini muoiono nel mondo per cause evitabili (50% circa sono femmine), 215 milioni di bambini lavoratori di cui 88 milioni le bambine, e 140 milioni di donne sono vittime di mutilazioni genitali. A quest'ultimo tema verrà dedicata una serie di eventi speciali, dato che il fenomeno, seppur in sostanziale diminuzione nel mondo, si sta spostando verso i Paesi di immigrazione. In Europa, ad esempio, le vittime sono già 500.000, e 35.000 solo in Italia. Ma il tema centrale resta quello della violenza contro le bambine e le donne, che anche nel nostro paese è in preoccupante crescita. Dai dati forniti dalla Polizia Di Stato, i reati con vittime bambini sono stati circa 4300 nel 2010, e circa 5.000 nel 2011. Il quadro generale ci dice che aumentano soprattutto i reati a sfondo sessuale che vedono vittime le bambine, mentre un altro dato allarmante è l'esposizione delle donne ad una violenza potenziale, in Italia sono circa 10.000, dati che rappresentano in quanto ufficiali la punta di un iceberg.
All'Onu la posta in gioco nella Dichiarazione finale sono però i diritti riproduttivi: in particolare alcuni Paesi europei, Malta e la Polonia, non vogliono che li si citi esplicitamente, mentre il resto dell'Unione è favorevole. Questa spaccatura acuisce la già debole posizione comunitaria, che non riesce a trovare unità di fondo nemmeno sulle questioni di principio.
L'Italia, infine, si presenta a New York con un bilancio decisamente in chiaro scuro: molte le leggi adottate rispetto alla parità di genere, molti passi indietro riguardo alla loro effettiva applicazione e, soprattutto, una posizione decisamente negativa per quello che concerne la cooperazione allo sviluppo, a cui il nostro paese dedica lo 0,1% del suo Pil, a fronte dello 0,7% promesso nel 2000.
Quali saranno dunque le prospettive per la continuazione delle politiche per lo sviluppo? Dai dati già disponibili appare chiaro come i Paesi che sono usciti dalla morsa della povertà, in particolare in America latina, lo hanno fatto investendo le loro risorse nell'istruzione, nella sanità di base e in una più equa distribuzione delle opportunità economiche, e non certo perché aiutati dall'esterno. Questa evidenza farà certamente riflettere quando si tratterà di impostare le politiche di sviluppo per il prossimo ventennio: si scrive sviluppo si legge democrazia.
*Terre des Hommes
(il manifesto 2013.03.07 )


Cordiali saluti.
Guglielmo Zanetta.

domenica 3 marzo 2013

Andare a rivotare senza aver fatto 10 riforme possibili sarebbe un delitto contro l'intero popolo italiano.

In Parlamento e nelle piazze
Andare a rivotare senza aver fatto 10 riforme possibili sarebbe un delitto contro l'intero popolo italiano.

Senza inciuci e senza furbizie, ora in parlamento c'è una maggioranza riformatrice che su alcune cose è già d'accordo.

Un esempio su tutti:

Il dimezzamento dei parlamentari, il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, il tetto alle pensioni d'oro e anche d'argento, il reddito di cittadinanza.

Il sostegno all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili, lo sviluppo della ricerca e delle opportunità per i giovani, i diritti dei Gay e le Unioni Civili, i referendum consultivi alla svizzera, il contrasto alla corruzione e ai conflitti di interesse e...........quanto potrà emergere dal basso in un confronto costruttivo per ridare un futuro di onestà e pulizia all'Italia.

Jacopo Fo e Fabio Roggiolani
 
 https://www.facebook.com/events/337806359672879/

sabato 2 marzo 2013

Il mostro politico italiano...finalmente un po' di chiarezza.



Sebastiano Isaia: Analisi (semiseria) del voto

Analisi (semiseria) del voto

Sebastiano Isaia
Mi fanno scompisciare dal ridere tutti quegli insulsi sinistrorsi che in queste ore di sgomento e di dolore post-elettorale («Hanno vinto due
buffoni!») stanno cercando di dimostrare ai «grillini in buona fede» che Grillo e Casaleggio, «due ricchi sessantenni provenienti dalle industrie...

Emiliano Brancaccio: L’euro è ormai un morto che cammina

L’euro è ormai un morto che cammina

Occorre tentare una exit strategy “da sinistra” ...
Alfonso Gianni: Le alternative del dopo voto

Le alternative del dopo voto

di Alfonso Gianni
Dopo il non esito del voto di domenica e lunedì, si pongono diverse alternative cui bisognerebbe rispondere in modo netto.
La prima. I mitici e famigerati mercati non hanno gradito. La Borsa di Milano chiude con meno quattro, ma anche le altre capitali europee viaggiano
con il segno meno. E’ tutta l’Europa che traballa, e non potrebbe essere diverso date le premesse...Andrea Inglese: Non la rivoluzione, ma forse qualcosa di rivoluzionario…

Non la rivoluzione, ma forse qualcosa di rivoluzionario…

di Andrea Inglese

Non so se in questa campagna Bersani, Vendola o addirittura Ingroia abbiano detto qualcosa di sinistra. Mi sono reso conto, però, anche se tardi, che
Grillo ha fatto qualcosa di rivoluzionario. Ognuno ha il suo dio delle giustificazioni, in ogni caso il 2,2% di Ingroia la dice lunga sulla stagione
della politica fatta dai magistrati, e la dice lunga anche su quel che resta di Rifondazione Comunista e sulla sua attuale capacità di aggregazione
dei movimenti. Con tutto il rispetto di quei magistrati che sono in perpetua lotta contro la metastasi del sistema italiano, non basterà il loro
lavoro per venirne fuori...Quello che ci conferma questa tornata elettorale

di Militant

“Un risultato schizofrenico: l’Italia ha attraversato la crisi e affrontato i sacrifici imposti dalle misure di risanamento con più compostezza,
con meno proteste e tensioni sociali degli altri paesi europei. Poi, al momento di votare, ecco che il paese che era considerato tra i più
europeisti, premia un movimento anti-UE come quello di Grillo e la coalizione di Berlusconi, sotto l’effetto di impulsi populisti e di ostilità nei...Augusto Illuminati: La pelle del giaguaro

La pelle del giaguaro

Augusto Illuminati

È finita che poi il giaguaro non l’hanno smacchiato e neppure il grillo parlante è stato schiacciato contro il muro. A Bersani le metafore
riescono male e comunque non portano fortuna. L’abuso che lui e i suoi competitori ne hanno fatto nell’orrenda campagna elettorale era nefasto
presagio della distrazione rispetto alla realtà che ci sta portando al disastro tutti...Grillo, i movimenti, e i palazzi papali

di Pino Cabras

Due ottuagenari potenti e fiacchi si aggirano in queste ore in due sontuose regge di Roma, entrambe a lungo abitate dai papi. Uno è proprio il Papa,
benché solo per poche ore ancora. L’altro è il Presidente della Repubblica, con qualche ora di carica in più. Sono svigoriti, perché quel che
volevano tenere fuori dalle loro stanze sfarzose rientra invece con ancora più energia, e travolge le loro inutili e senili prudenze conservatrici....Cedimento strutturale

di Marco Revelli
Bipolarismo addio

Doveva essere un terremoto. E lo è stato. Da questa tornata elettorale il sistema politico italiano esce a pezzi. E non solo perché l'outsider
assoluto, il cane in chiesa di tutta la politica professionale - il teorico del «partito non-partito» -, balza al centro della scena politica per
eccellenza. Né soltanto perché, per effetto di una legge elettorale scellerata...

Stiamo alla resa dei conti...per tutti!

 
(In risposta ai commenti e alle reazioni provocate da questo articolo, Wu Ming ha pubblicato il 27 febbraio 2013 nel suo sito Giap un post intitolato Perché “tifiamo rivolta” nel Movimento 5 stelle).
Adesso che il Movimento 5 stelle sembra aver “fatto il botto” alle elezioni, non crediamo si possa più rinviare una constatazione sull’assenza, sulla mancanza, che il movimento di Grillo e Casaleggio rappresenta e amministra. L’M5s amministra la mancanza di movimenti radicali in Italia. C’è uno spazio vuoto che l’M5S occupa… per mantenerlo vuoto.
Nonostante le apparenze e le retoriche rivoluzionarie, crediamo che negli ultimi anni il Movimento 5 stelle sia stato un efficiente difensore dell’esistente. Una forza che ha fatto da “tappo” e stabilizzato il sistema. È un’affermazione controintuitiva, suona assurda, se si guarda solo all’Italia e, soprattutto, ci si ferma alla prima occhiata. Ma come? Grillo stabilizzante? Proprio lui che vuole “mandare a casa la vecchia politica”? Proprio lui che, dicono tutti, si appresta a essere un fattore di ingovernabilità?
Noi crediamo che negli ultimi anni Grillo, nolente o volente, abbia garantito la tenuta del sistema.
Negli ultimi tre anni, mentre negli altri paesi euromediterranei e in generale in occidente si estendevano e in alcuni casi si radicavano movimenti inequivocabilmente antiausterity e antiliberisti, qui da noi non è successo. Ci sono sì state lotte importanti, ma sono rimaste confinate in territori ristretti oppure sono durate poco. Tanti fuochi di paglia, ma nessuna scintilla ha incendiato la prateria, come invece è accaduto altrove. Niente indignados, da noi; niente #Occupy; niente “primavere” di alcun genere; niente “Je lutte des classes” contro la riforma delle pensioni.
Non abbiamo avuto una piazza Tahrir, non abbiamo avuto una Puerta de Sol, non abbiamo avuto una piazza Syntagma. Non abbiamo combattuto come si è combattuto – e in certi casi tuttora si combatte – altrove. Perché?
I motivi sono diversi, ma oggi vogliamo ipotizzarne uno solo. Forse non è il principale, ma crediamo abbia un certo rilievo.
Da noi, una grossa quota di “indignazione” è stata intercettata e organizzata da Grillo e Casaleggio – due ricchi sessantenni provenienti dalle industrie dell’entertainment e del marketing – in un franchise politico/aziendale con tanto di copyright e trademark, un “movimento” rigidamente controllato e mobilitato da un vertice, che raccatta e ripropone rivendicazioni e parole d’ordine dei movimenti sociali, ma le mescola ad apologie del capitalismo “sano” e a discorsi superficiali incentrati sull’onestà del singolo politico/amministratore, in un programma confusionista dove coesistono proposte liberiste e antiliberiste, centraliste e federaliste, libertarie e forcaiole. Un programma passepartout e “dove prendo prendo”, tipico di un movimento diversivo.
Fateci caso: l’M5s separa il mondo tra un “noi” e un “loro” in modo completamente diverso da quello dei movimenti di cui sopra.
Quando #Occupy ha proposto la separazione tra 1 e 99 per cento della società, si riferiva alla distribuzione della ricchezza, andando dritta al punto della disuguaglianza: l’1 per cento sono i multimilionari. Se lo avesse conosciuto, #Occupy ci avrebbe messo anche Grillo. In Italia, Grillo fa parte dell’1 per cento.
Quando il movimento spagnolo riprende il grido dei cacerolazos argentini “Que se vayan todos!”, non si sta riferendo solo alla “casta”, e non sta implicitamente aggiungendo “Andiamo noi al posto loro”.
Sta rivendicando l’autorganizzazione autogestione sociale: proviamo a fare il più possibile senza di loro, inventiamo nuove forme, nei quartieri, sui posti di lavoro, nelle università. E non sono le fesserie tecnofeticistiche grilline, le montagne di retorica che danno alla luce piccoli roditori tipo le “parlamentarie”: sono pratiche radicali, mettersi insieme per difendere le comunità di esclusi, impedire fisicamente sfratti e pignoramenti eccetera.
Tra quelli che “se ne devono andare”, gli spagnoli includerebbero anche Grillo e Casaleggio (inconcepibile un movimento comandato da un milionario e da un’azienda di pubblicità!), e anche quel Pizzarotti che a Parma da mesi gestisce l’austerity e si rimangia le roboanti promesse elettorali una dopo l’altra.
Ora che il grillismo entra in parlamento, votato come extrema ratio da milioni di persone che giustamente hanno trovato disgustose o comunque irricevibili le altre offerte politiche, termina una fase e ne comincia un’altra. L’unico modo per saper leggere la fase che inizia, è comprendere quale sia stato il ruolo di Grillo e Casaleggio nella fase che termina. Per molti, si sono comportati da incendiari. Per noi, hanno avuto la funzione di pompieri.
Può un movimento nato come diversivo diventare un movimento radicale che punta a questioni cruciali e dirimenti e divide il “noi” dal “loro” lungo le giuste linee di frattura?
Perché accada, deve prima accadere altro. Deve verificarsi un Evento che introduca una discontinuità, una spaccatura (o più spaccature) dentro quel movimento. In parole povere: il grillismo dovrebbe sfuggire alla “cattura” di Grillo. Finora non è successo, ed è difficile che succeda ora. Ma non impossibile. Noi come sempre, “tifiamo rivolta”. Anche dentro il Movimento 5 stelle.
(Questo articolo di Wu Ming, collettivo di scrittori italiani, è stato pubblicato per la prima volta il 25 febbraio 2013 nel live blog di Internazionale sulle elezioni politiche).