domenica 30 settembre 2012

Saviano a Barcellona reagisce cosí a chi gli chiede una risposta per Vittorio Arrigoni




... il grande Saviano reagisce ad accorate domande su Vittorio Arrigoni.

Saviano  si alza e se ne va con la scorta messagli a disposizione e pagata da noi contribuenti, tutta scena per  il suo libro denuncia, che in realtà è una grande bufala.  

 Il libro del multi milionario pseudo scrittore, grande amico di Israele, fa talmente paura alla camorra che, a quanto sembrerebbe,  lo ha fatto anche stampare abusivamente per realizzarci un profitto.

Si sente nel video una voce accorata di una ragazza che gli ripete, onde invitarlo a dare una risposta, che loro lo hanno sempre sostenuto. 

Ecco il dramma di un mondo genericamente di sinistra che crede alle favole, che non si rende conto della ambiguità di certe figure, di certi pseudo “compagni”, di giornali con un linguaggio da sinistra al caviale, ma in realtà organi dell’alta finanza e filo sionisti (La Repubblica).

mercoledì 26 settembre 2012

Sinistra Ecologia Liberta'-DOMENICA 30 SETTEMBRE ore 10.30, assemblea nazionale, a Roma,via Buonarroti 12-SALA FREDDA DELLA CAMERA DEL LAVORO di Roma

non affoghiamohttp://nonaffoghiamo.blogspot.it/

...e Renzi come fa?

FACCIAMO LE PULCI AI POLITICI ITALIANI ....numero uno

by Laura Picchetti on Saturday, 15 September 2012 at 17:48 ·
Matteo Renzi è figlio di Tiziano Renzi, ex parlamentare della DC e gransignore della Margherita e della Massoneria in Toscana. Il feudoincontrastato della famiglia Renzi è il Valdarno, dal quale si stannoallargando a macchia d'olio. Il padre di Matteo controlla dalla metà deglianni '90 la distribuzione di giornali e di pubblicità in Toscana. Questo,
unito agli affari con la Baldassini-Tognozzi, la società un po' edile e unpo' finanziaria che controlla tutti gli appalti della Regione, spiegal'ascesa di Matteo Renzi.Le prime 10 cose che non vanno di Matteo Renzi:

1) Da presidente della Provincia, tra il 2004 e il 2009, ha acquisito ilcontrollo di tutta la stampa locale, radio e tv, in Toscana. L'ultimogiornale che un po' gli era ostile era "La Nazione". Per questo, inoccasione dei 150 anni di questo giornale, ha fatto ospitare dai localidella Provincia, in via Martelli, una mostra che, naturalmente, è statapagata coi soldi di noi contribuenti. In questo modo, La Nazione èdivenuta renziana.

2) Renzi per controllare ancora meglio l'informazione locale, ha trovatoun secondo lavoro a moltissimi giornalisti: gli uffici stampa degli eventiorganizzati dalla Provincia, come il Genio fiorentino, il suo stessoportavoce, tutta una serie di riviste inutili e costossime per lacollettività (Chianti News, InToscana, ecc.) servono a lui e a Martini, ilpresidente della Regione, a tenersi buoni i cronisti locali. Inoltre,trasmissioni come "12 minuti col Presidente", che va in onda su RTV 38 eRete 37, gli sono servite a dare delle tangenti legalizzate alle redazionidi queste emittenti che ormai, in lui, riconoscono il vero datore dilavoro.

3) Tra le cose di cui più si vanta Renzi, vi è il recupero di Sant'Orsola.Il grande complesso situato in San Lorenzo, chiuso e abbandonato da moltidecenni, sarebbe stato recuperato dalla Provincia -così dice Renzi- conuninvestimento iniziale di 20 milioni di euro. E questo non è vero. Infatti,a bilancio, a fine anno, la Provincia per Sant'Orsola ha stanziato lamiseria di un milione di euro. E' un esempio del suo continuo modo dimentire.

4) Renzi in questi 5 anni ha utilizzato la Provincia allo scopo dipromuovere la propria immagine personale coi soldi nostri. A questoservono manifestazioni inutili e costose come "Il Genio fiorentino e"Riciclabilandia". Attraverso l'utilizzo delle consulenze, degli ufficistampa, della commissione di sondaggi, pubblicazioni e pubblicità hacreato una vasta rete clientelare di giornalsti che non ne contraddiconomai le posizioni.

5) L'inchiesta di Castello: Matteo Renzi, come presidente della Provincia,è molto più coinvolto del sindaco Domenici. Infatti, le opere oggettodell'inchiesta sono quasi tutte commissionate dalla Provincia: tre scuole,una caserma nonché naturalmente il nuovo (e che bisogno c'è?) palazzodella Provincia. Eppure sui giornali ci è finito Domenici.

6) Il braccio destro di Ligresti, patron della Fondiaria, Rapisarda, lo sivede bene nelle intercettazioni telefoniche, pretende che per lecommissioni di Castello la Provincia faccia una gara d'appalto. "sennò ciaccusano di fare noi il prezzo", spiega Rapisarda al telefonoall'assessore Biagi.Pochi giorni dopo quella telefonata, compare questo titolo su Repubblica:"Renzi contro la Fondiaria: per Castello si farà la gara d'appalto".Ovvero: Renzi è colui che meglio esegue le volontà della Fondiaria e poiappare addirittura come quello contro i poteri forti!

7) Nel 2004 come prima cosa taglia i fondi della Provincia per la raccoltadifferenziata. Risultato, i Verdi si arrabbiano (giustamente) e lui liespelle dalla Giunta.

8) DAl 2004 Renzi ha creato un'infinità di società alle quali la Provinciacommissiona eventi culturali, indagini di mercato e così via. Il caso piùclamoroso è quello di "Noilink" che, durante le primarie del PD, diventail suo vero e proprio comitato elettorale!

9) Tutti i giornaletti del cappero che arrivano nelle case dei fiorentinima partire da "Prima, Firenze!" sono stampati coi soldi della Provincia

10) Nessun giornalista osa fare una domanda su quanto abbiamo riportatonei primi nove punti a Matteo Renzi.

Chávez ha origini italiane - lo rivela il libro autobiografico



http://italvenezuela.blogspot.gr/
 http://monicacaracas.blogspot.gr/2012/09/chavez-ha-origini-italiane-lo-rivela-il.html


CARACAS – Nel suo nuovo blog dedicato agli italiani del Venezuela e agli italo-venezuelani d’Italia, il professore Attilio Folliero fa una scoperta davvero interessante: Hugo Chávez avrebbe origini italiane. Infatti, nel suo libro autobiografico “Cuentos del arañero”, e più precisamente nel capitolo dedicato alla “Negra Inés”, il presidente venezuelano scrive:
- Il papà di mia nonna, di Rosa Inés, fu un italiano che conquistò la Negra Inés e vissero insieme per un periodo.
“Cuentos del arañero” contiene 175 capitoli in cui il presidente narra in prima persona alcuni frammenti della sua infanzia e della sua vita famigliare, militare e politica. Gli aneddoti contenuti nel volume sono state presi dalle edizioni del programma radio-tv del presidente Chávez, “Aló, Presidente”, e compilate dai giornalisti Jorge Legañoa Alonso e Orlando Oramas León.

giovedì 20 settembre 2012

...e in Argentina come va?Le pentole battono contro Cristina.



Chi è uscito a protestare giovedì ha sottolineato soprattutto il suo malessere per quello che sente come autoritarismo, arroganza, superbia, aggressività da parte di Cristina Kirchner; ha manifestato inoltre il fastidio per il suo utilizzo eccessivo della televisione pubblica e privata a reti unificate per trasmettere qualsiasi annuncio o cerimonia di governo.

http://cambiailmondo.org/2012/09/18/argentinale-pentole-battono-contro-cristina/#more-5323

quando ride la Polverini fa' la seria

Il toga party del centrodestra  alla corte del governatore

mercoledì 19 settembre 2012

320 euri al mese...in Serbia!

domenica 16 settembre 2012

All'ombra della sinistra greca,nel burattinaio politico italiano,2 ipotesi. Modello Syrisa o progressisti. Un vicolo cieco.


Fonte: il manifesto | Autore: Jacopo Rosatelli

A poco più di sei mesi dalle elezioni, nella sinistra italiana si confrontano tre differenti strategie, che emergono chiaramente malgrado i continui diversivi e le chiacchiere tardo-estive. La prima è quella di chi lavora al modello-Syriza: distinzione netta dalla socialdemocrazia compromessa con le politiche di austerità, e scommessa sulla pasokizzazione (si perdoni l’improbabile neologismo) del Partito democratico, ossia sulla sua riduzione a forza minoritaria – come il Pasok greco, appunto. La seconda è quella di chi vuole un’alleanza progressista di governo che ricalchi l’esempio della coalizione socialisti-verdi alla guida oggi della Francia e, potenzialmente, dall’autunno del 2013 anche della Germania. La terza consiste nell’intesa «progressisti-moderati», nel nome di «comuni valori europeisti», difesa senza eccezione alcuna dall’intero gruppo dirigente del Pd (neolaburisti Fassina e Orfini inclusi).
Esistono molti modi per saggiare la tenuta e il valore di una strategia politica. Uno di questi può essere provare a verificare se le tendenze di cui si parla nei documenti dei partiti possano essere colte (magari anche solo debolmente) nella società. La politica non è certo una scienza esatta, perché il suo oggetto è una realtà – insegna Aristotele – «che non è necessariamente, ma per lo più». E tuttavia, è possibile parlare di «evidenze» che possono giustificare la validità delle prime due strategie: innanzitutto i referendum di giugno dello scorso anno, ma anche i risultati delle ultime due tornate amministrative. Alcuni dei quali, (Napoli e Palermo) possono essere portati a sostegno del modello-Syriza, mentre altri (Milano, Cagliari, Genova) a supporto di quello «franco-tedesco» (lo si chiami così per comodità). Nessuna evidenza, invece, sembra suffragare la strategia cara al Pd.
Si può anche tentare, in secondo luogo, di capire se alle parole corrispondano delle cose: se alle formule del linguaggio, cioè, corrispondano delle forze realmente esistenti. Ebbene, penso che si possa affermare che i «moderati» che stanno a cuore al gruppo dirigente democratico non esistono. Intendo dire che l’etichetta «moderato» senza ulteriori specificazioni non è attribuibile a nessun ente realmente esistente sullo scacchiere politico, essendo tale etichetta un attributo e non un sostantivo. Ci soccorre il giustamente fortunato libretto di Norberto Bobbio “Destra e sinistra”, nel quale si argomenta con cristallina chiarezza che la diade estremismo-moderatismo va ricondotta alle articolazioni interne dei diversi schieramenti, quello progressista (la sinistra) e quello conservatore (la destra). Nell’Italia contemporanea esistono sia una destra estremista (Berlusconi e la Lega) che una destra moderata (l’Udc, Monti e Montezemolo). Che si distinguono fra di loro non per i fini (le politiche neoliberiste), ma per i mezzi: tendenzialmente antidemocratici quelli impiegati dai primi, rispettosi delle regole costituzionali e dello spirito repubblicano quelli dei secondi.
Si potrebbe obiettare che la classificazione «moderato» sta, in realtà, ad indicare forze politiche democristiane e liberali. Ammesso – ma non concesso – che sia così, il discorso cambia poco: non si vuol certo dire che sia sempre e comunque impossibile che esistano coerenti e organiche alleanze fra la sinistra (d’estrazione operaia ed ecologista) e forze democristiane o liberali. Esistono significativi esempi storici: il governo del socialdemocratico Willy Brandt nella Germania federale dei primi anni settanta. Dopo il lungo e cupo dopoguerra all’insegna dell’egemonia del partito di Konrad Adenauer, socialdemocratici e liberali si incontrarono in un progetto politico volto a generare più spazi di democrazia e autodeterminazione delle persone («mehr Demokratie wagen», «osare più democrazia» fu lo slogan di Brandt), contro il paternalismo quasi-autoritario dei conservatori. Quell’esperienza rappresentò la riconciliazione della Germania con i valori della modernità, non ancora del tutto recuperati dopo la sconfitta del nazismo. Non mancarono problemi e contraddizioni (come la legislazione d’emergenza sul terrorismo), ma l’accordo fra socialdemocratici e liberali significò senza dubbio una vita migliore, più libera, per la maggioranza dei cittadini tedeschi.
Chiediamoci: i «liberali» italiani del nostro tempo sono in grado di offrire alle forze progressiste una sponda per un progetto che abbia, mutatis mutandis, caratteri analoghi a quelli del governo di Willy Brandt? Per un disegno di trasformazione del nostro Paese che punti a renderlo più laico e maturo, in cui ad arretrare non sia lo stato sociale ma lo stato paternalista: quello che norma i comportamenti che dovrebbero essere liberi, che impone modelli di famiglia ormai superati dal tempo, che punisce azioni che non danneggiano terzi (come farsi uno spinello), che restringe la libertà di movimento ai migranti, che impedisce di fatto il pluralismo culturale attraverso una più che discutibile gestione delle (scarse) risorse per produrre arte e conoscenza. No, i nostri «liberali» hanno a cuore esclusivamente la «libertà economica» dai proverbiali lacci e laccioli. Del tutto legittimo, ma certo in contrasto con il proposito di formare un progetto di governo con la sinistra coerente e credibile.
E i democristiani? In linea teorica, di nuovo, sarebbe perfettamente concepibile un’alleanza «rosso-bianca» fondata, questa volta, non tanto sul valore della libertà ma su quello della solidarietà. Forse gli omosessuali desiderosi di sposarsi come avviene nei paesi civili non porterebbero a casa granché, ma in un simile scenario è ragionevole pensare che il governo lavorerebbe a sradicare la povertà, a promuovere legami sociali al di fuori dai circuiti del mercato, a ridare dignità al mondo del lavoro, in una sorta di Kulturkampf contro gli spiriti animali del capitalismo e dell’individualismo possessivo. Niente a che vedere, insomma, con la cosiddetta «agenda Monti» di cui parlano i leader politici dell’attuale maggioranza. Ebbene, poniamoci anche qui la domanda se il partito democristiano realmente esistente, quello dello scaltro Pierferdinando Casini, potenziale alleato del Pd, offra questa possibilità. La risposta, ci sembra, è fin troppo semplice.

sabato 15 settembre 2012

sporche verita' nella sporca guerra in Libia...non fare agli altri....

 http://sibilla-gr-sibilla.blogspot.gr/2012/09/christopher-stevens-cia.html

 http://www.voltairenet.org/it

sabato 8 settembre 2012

venerdì 7 settembre 2012

PETITION,freedom for ABDULLAH OCALAN




Cari Tutti,

ieri sono stata al lancio della campagna "Libertà per Abdullah Ocalan" che si è tenuto a bruxelles (come da mail di Luisa Morgantini qui sotto). Oltre ad illustrare nei dettagli la campagna (il cui sito in inglese si trova qui : http://www.freeocalan.org/ ), si è sottolineata la sua peculiarità rispetto alle campagne passate: si tratta infatti della prima campagna davvero internazionale (come potrete vedere nel sito ci sono partners dalla germania al sud africa) e soprattutto di una campagna che trova tutto il suo senso nel fatto che attualmente la questione è dimenticata dai media (contrariamente a quando Ocalan rischiava la pena di morte), che Ocalan si trova in stretto isolamento da circa un anno senza possibilità di ricevere neanche visite di deputati, e che da un anno non vi è più alcun negoziato col governo turco, cio' che fa temere una ultieriore involuzione della situazione.

Vi invito percio' a firmare e far circolar la petizione.

PER FIRMARE LA PETIZIONE: http://www.freeocalan.org/?page_id=59

A questo indirizzo potete inoltre trovare un elenco dei primi firmatari: http://www.freeocalan.org/?page_id=143

Infine in allegato invio il flyer della campagna in italiano.

a presto,

chiara tamburini

 retired Greek L.T. General Dimitris Matafias and retired Greek Navy Admiral Antonis Neksasis had visited organization's Mahsun Korkmaz base camp in Bakaa valley in October 1988 along with parliamentarians from the panhellenic Socialist movement (PASOK).[74] At the time it was reported that the general has assumed responsibility for training. Greeks also dispatched arms through the Republic of Cyprus.[74] In December 1993, Greek European affairs minister Theodoros Pangalos was quoted as saying "we must be supportive of the Kurdish people to be free".[75] Greece declined to join Germany and France and the eleven other members at the EU to ban the organization.[75] During the 1990s, Greece supplied the rebels.Click the image to open in full size.

mercoledì 5 settembre 2012

Negli ultimi 50 anni, le nostre tasse sono state impiegate per sostenere la produzione alimentare e l'agricoltura industrializzata.Quest'anno il futuro del nostro cibo e della nostra agricoltura sarà in mano al Parlamento europeo e ai governi nazionali...








  http://www.goodfoodmarch.eu/home.html

 ..ai quali è demandata la decisione sulla Politica agricola comune (PAC) dei prossimi sette anni, ciascuno dei quali vale circa 60 miliardi di euro.


Questa forma di agricoltura sta minacciando gli agricoltori del Nord e del Sud del mondo. Crea insicurezza alimentare a livello globale, obesità e, allo stesso tempo, sprechi alimentari. Inoltre, distrugge l'ambiente perché si basa su un uso eccessivo di fertilizzanti chimici, pesticidi nocivi e combustibili fossili. Gli allevamenti intensivi dipendono dalle importazioni di soia destinata all'alimentazione animale. Questi allevamenti ignorano il benessere degli animali, aggravano il cambiamento climatico e conducono all'abbandono delle aree rurali.
E' il momento di spingere verso il cambiamento. La riforma della PAC di quest'anno è la nostra occasione per chiedere una politica che assicuri un buon cibo e una buona agricoltura.
Ovunque e chiunque tu sia, puoi contribuire a questo cambiamento. Tutto ciò che serve è un foglio di carta A4 e una penna a tratto spesso. Scrivi un tuo messaggio che affronti una questione relativa al cibo e all’agricoltura cui tieni particolarmente. Poi aggiungi, se vuoi, il tuo nome, il paese di origine e la professione. Clicca qui per vedere i messaggi che abbiamo finora ricevuto. Chiedi ad un amico di scattarti una foto in modalità panoramica che riprenda te e il tuo messaggio, preferibilmente con uno sfondo coerente con la questione affrontata – per esempio nella tua cucina o in giardino, o presso un negozio locale di alimentari o in una azienda agricola. Invia la foto con il messaggio a photo@goodfoodmarch.eu. Penseremo noi a caricarla sul sito www.goodfoodmarch.eu. Utilizza e condividi questo invito e il tuo contributo per incoraggiare amici e parenti a fare lo stesso. Porteremo con noi tutte le tue foto con messaggi a Bruxelles in occasione della Good Food March per consegnarle ai membri del Parlamento europeo, attualmente impegnati nel decidere le sorti del nostro cibo e della nostra agricoltura. E' giunto il momento che sappiano quello che veramente vuoi

domenica 2 settembre 2012

...cari medici vaccinatori, quando iniettate 1060 mcg di ALLUMINIO MOLECOLARE in un neonato di 6 kg siete coscienti del potenziale danno che state provocando?

 

Come è possibile giustificare ancora l’iniezione di alluminio nei neonati?

 Un nuovo studio pubblicato da Journal of Trace Elements in Medicine and Biology avanza una possibilità inquietante: l’idrossido di alluminio, adiuvante comunemente utilizzato nei vaccini dell’infanzia [soprattutto nell'esavalente e nell'anti-pneumoccica], è causa di sovraccarico d’alluminio nel sito dell’iniezione e contribuisce alla patogenesi di malattie come la sindrome da stanchezza cronica, miofascite macrofagica e pseudolinfoma sottocutaneo.

 http://autismovaccini.com/2012/08/31/come-e-possibile-giustificare-ancora-liniezione-di-alluminio-nei-neonati/