venerdì 25 giugno 2010
PETIZIONE PER LA PUBBLICA REVISIONE CONTABILE DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA E LA TERMINAZIONE DELLA SADICA FARSA DEL DEBITO PUBBLICO
Il GLOBAL DOMINO DEFAULT (GD2), minuto per minuto. L'antidoto?
Leggete MONETA NOSTRA: http://www.scribd.com/doc/20265666/Moneta-Nostra
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2010/06/come-le-banche-fottono-la-gdf.html
lunedì 21 giugno 2010
Δευτέρα, 21 Ιουνίου 2010 καλο ταξίδι σύντροφε Γιώργο...
Ο Γιώργος Γάτος ανήκει στη δημοσιογραφική γενιά που έκανε αισθητή την παρουσία της στον Αθηναϊκό Τύπο στη δεκαετία του 1960, με πρώτα ερεθίσματα τις έντονες πολιτικές συγκρούσεις και με πρώιμες εμπειρίες τις σκληρές πραγματικότητες του στρατιωτικού καθεστώτος της 21 ης Απριλίου 1967.
http://sibilla-gr-sibilla.blogspot.com/2010/06/blog-post_4878.html
venerdì 18 giugno 2010
2 giugno all'ambasciata italia del Montenegro..... Narciso di Caravaggio a Podgorica: la cultura italiana diventa mercenaria
Italia nei Balcani » Osservatorio Italiano
martedì 15 giugno 2010
lunedì 14 giugno 2010
la segreteria nazionale di SEL ha indetto una settimana di mobilitazione straordinaria per chiedere che si restituisca la piena verità sulla stagione
Coord SEL estero
Care compagne, cari compagni,
come sapete la segreteria nazionale di SEL ha indetto una settimana di
mobilitazione straordinaria per chiedere che si restituisca la piena
verità sulla stagione delle stragi del ‘92/’93.
Autorevoli voci delle Istituzioni, come Piero Grasso, Carlo Azelio
Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro e tanti altri, sono tornati a ribadire
con forza l’esigenza che si torni ad indagare e a cercare la verità
sulla stagione stragista che costò la vita a Giovanni Falcone, Paolo
Borsellino e a tanti semplici cittadini. Questa esigenza non
scaturisce da astratti teoremi ma nasce dalla lettura degli atti
giudiziari con i quali sono stati condannati gli esecutori di quelle
stragi. Che non fu solo Cosa Nostra a organizzare quei massacri e a
costruire quella nuova strategia della tensione è ormai convinzione
diffusa.
Per questo SEL si unisce a quanti sono tornati a chiedere verità. Lo
dobbiamo alle vittime e lo dobbiamo alla nostra democrazia.
Dal 19 ( anniversario di via D’Amelio ) al 27 ( anniversario delle
bombe a Milano e a Roma ) in tutte le città italiane i circoli di SEL
dovranno organizzare iniziative pubbliche, dibattiti e incontri con i
cittadini, con le associazioni antimafia, con i rappresentanti della
magistratura, delle forze dell’ordine e dei mezzi di informazione.
I nostri eletti nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni dovranno
proporre ordini del giorno per ricordare quei drammatici eventi e per
chiedere la piena verità. Affiggeremo un manifesto “Per la verità” in
tutte le città italiane.
Dovremo infine essere presenti in tutte le occasioni di ricordo di
quegli eventi drammatici, promosse dalle istituzioni e dalle
associazioni antimafia.
Nelle città colpite dalle stragi ( Palermo, Roma, Milano e Firenze )
stiamo già organizzando per quei giorni importanti in iniziative alle
quali parteciperanno Giancarlo Caselli, Piero Grasso, Nando Dalla
Chiesa, Claudio Fava, Francesco Forgione, Nichi Vendola, e tanti
altri.
Vi preghiamo di farci conoscere per tempo le iniziative che si
terranno nelle vostre regioni allo scopo di darne notizia sul nostro
sito e sulla stampa. Siamo ovviamente a disposizione per aiutare le
iniziative locali ad avere una presenza adeguata di esponenti
politici, operatori del diritto, etc.
Per tutto questo potete rivolgervi a Gianni Zagato presso la nostra
sede nazionale di Roma (tel. 320.6196497)
Claudio FAVA
domenica 13 giugno 2010
10 06 11 SINISTRA E LIBERTÀ Squadra e leader si scaldano per le primarie. Obiettivo: diritti e lavoro
Il pantheon di Vendola di Iaia Vantaggiato - ROMA
Tra «Fabbriche» e partiti il presidente della Puglia sceglie il popolo. Sorvola su Berlusconil e sfida Tremonti sulla manovra e la Lega sul federalismo. «Dal governo numeri come abracadabra, ci sono tutti gli ingredienti per una ribellione sociale». Veltroni lascia il «correre da soli» e spalanca le porte a sinistra. Per ora con la sua fondazione. A via Tomacelli, ma a destra
Parte con un giorno d'anticipo rispetto ai mondiali ma con una squadra che a differenza della nazionale italiana i bookmakers della politica farebbero bene a dare già da subito come favorita.
La «formazione» di Vendola, riunita ieri a Roma a piazza del Pantheon, è ormai pronta a scendere in campo ed è una squadra fatta insieme di attaccanti e difensori pronti a scambiarsi i ruoli qualora il «gioco» lo richieda. Centravanti di sfondamento contro una manovra finanziaria che nemmeno un numero possiede per contrastare povertà e precarietà, terzini decisi a controllare l'area di centrocampo e a stoppare qualsiasi tentativo di dribbling da parte del governo. Diritti e libertà non solo non si toccano ma fateci anche il piacere di riprendere a nominarle insieme perché altrimenti non si va da nessuna parte. Questa è la squadra di Nichi, queste sono le sue «fabbriche», i suoi compagni e le sue compagne, i suoi amici e le sue amiche, «di qualsiasi amicizia o compagnia si tratti». Fabbriche in piena attività che dopo aver contribuito alla rielezione di Vendola adesso si apprestano a ingaggiare una nuova battaglia, quella che in tempi brevi e fermi restando gli impegni che il presidente della Puglia ha assunto con i suoi elettori, porterà Nichi a candidarsi come premier di un centrosinistra ormai talmente debole da non aver avuto neanche il coraggio di votare contro il ddl intercettazioni.
Vendola «novello caimano» di sinistra? Vendola contro tutti? Macché e lo dice lui stesso che ieri per due ore, in una Roma accaldata e intontita dall'afa atmosferica e non solo, è riuscito a far soffiare una brezza che sembrava perduta.
Mettre insieme le forze dell'opposizione è poco così come non è sufficiente che i leader di quelle forze riprendano a parlare tra loro. E allora, l'uomo nuovo? Le sue fabbriche lo vorrebbero ma lui ancora una volta scarta, anche rispetto ai suoi: si deve parlare con tutti, col Pd, coll'Idv, con la Federazione della sinistra, con radicali e socialisti «ma che cosa ce ne facciamo di un'aggregazione di ceti politici ancorché di opposizione? Niente, perché ciò che serve è ritrovare un'aggregazione anche sentimentale, è ritrovare un popolo».
Sembra il Nichi di sempre ma non lo è. Il governatore è al suo secondo mandato e si vede. Di ritorno da un convegno a Bruxelles sulla povertà - «sì la povertà, quella cosa che nessuno nomina perché ti dà l'impressione di essere premoderno ma che continua a esistere» - Vendola ha appena visto Tremonti e col ministro dell'Economia ingaggia a distanza un duetto niente male. «Virtuoso dell'esoterismo commercialistico», lo definisce, e non gliene lascia passare neanche una: «In un periodo di bufera economica mondiale che fa il ministro dall'aria rubicanda? Manda l'Italia controcorrente e taglia là dove altrove si investe. In cultura e ricerca, per esempio, parole che a Tremonti fanno venire i brividi ma che sono il fiore all'occhiello del nostro paese, la sua intelligenza sociale». Del resto, incalza, che aspettarsi da chi ripete come una litania che oggi è l'aritmetica a fare la politica e non viceversa, da chi concepisce una finanziaria fatta solo per Briatore e contro i ceti medi e popolari, da chi non riesce a rispondere a una piccola e semplice domanda: «La crisi è un fenomeno naturale o dipende dall'operato di chi ha costruito l'ebrezza di trent'anni di finanziarizzazione dell'economia mondiale?».
L'economia delle magie, quella di Tremonti, non piace a Vendola ma la magia di Vendola comincia a piacere a molti. E' una magia piccola piccola e che forse affonda le sue radici in sud che ancora riempie di carne e ossa le sue parole, un sud dove la pellagra si chiama pellagra e dove la libertà «è fuoriuscita dai pensieri elitari della classi alte e illuminate per diventare il rovello del bracciante». Vogliamo parlarne?, vogliamo parlare della differenza che corre tra questa libertà e quel «diritto» ormai da tanti esibito che affonda invece le sue radici nel rapporto tra terra e sangue, in quella rappresentazione insopportabile che sarebbe solo fumettistica se non fosse diventata la lingua comune di una classe dirigente?
Sembra Nichi, ma non lo è più. Il ragazzo di Terlizzi, dopo l'incendio, si è caricato sulle spalle il vecchio Anchise. Ed è partito per fondare una nuova città.