domenica 2 ottobre 2011
Bomba a orologeria:probabilmente Moody’s fornirà la scintilla per innescare il collasso del sistema monetario e finanziario mondiale.
Sarà perciò una demolizione controllata, come quella dell’edificio WTC 7 [4], il terzo edificio crollato a New York l’11 settembre 2001, molte ore dopo che i due aerei si erano schiantati contro le Torri Gemelle. È chiaro che, quando ancora non si poteva supporre che il governo Berlusconi, questo impiccio, sarebbe riuscito a far approvare la messa in sicurezza dei conti pubblici italiani, qualcuno ha stabilito che l’Italia andava “tirata giù” in autunno. Malgrado la sopravvenuta incongruenza non è stato possibile, se ne può dedurre, modificare in corsa la scaletta, da tempo accuratamente preordinata, a beneficio della logica argomentativa dei mezzi di comunicazione internazionali. Lo spettacolo deve continuare secondo il copione originario.
Pur non avendo copia di questa scaletta (purtroppo), è abbastanza facile intuirla e qui di seguito ne diamo una lettura. L’esplosione della crisi in Grecia, come si è detto, è prevista a metà ottobre. Questa, però, non ha un sufficiente potere detonante perché la Grecia è un Paese troppo piccolo per innestare una crisi generale. La scaletta prevede perciò che vi sia un’ulteriore fase ed è la volta delle banche francesi e tedesche che hanno un forte quantitativo di titoli di Stato greci, soprattutto le francesi Société Générale, BNP Paribas e Crédit Agricole.
Fin qui tutto “bene”, tutto sta procedendo secondo copione, senza impicci.Da qui in avanti s’innesta, invece, il declassamento del debito pubblico italiano, la parte della sceneggiata resa meno logica e credibile dalle due manovre del governo Berlusconi. Secondo il copione, essendo esse stesse in difficoltà, le banche francesi devono ridurre il loro investimento in titoli italiani posti sotto osservazione o declassati e di cui esse sono tra i maggiori detentori. Ad ottobre perciò si sarebbero dovuti sommare alcuni effetti in un drammatico crescendo, che si estende a tutta l’Europa come nel 1848. Si scopre che ottanta miliardi (25 +55) di riduzione, il 10 % della spesa pubblica italiana, non sono sufficienti: ne occorrono altri cento...
http://www.asianews.it/notizie-it/Crisi-economica:-una-demolizione-controllata-22680.html
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