lunedì 16 maggio 2011

ITALIANI ALL'ESTERO SEMPRE PIU' BISTRATTATI,COMINCIANDO NATURALMENTE DAI PIU' DEBOLI!

Per certificare l’esistenza in vita una mensilità sarà pagata agli
sportelli della Wester Union anziché dalla banca tradizionale
PAGAMENTO PENSIONI ALL’ESTERO
DISAGI E PROTESTE
Non sono poche le segnalazioni arrivate via telefono o via internet da
parte di pensionati Inps all’estero che, andati alla solita banca per
ritirare la pensione del mese di maggio, si sono sentiti dire di rivolgersi
da un’altra parte.
Per molti è stata un’autentica sorpresa, anche se l’Icbp (la banca che
per conto dell’Inps paga le pensioni all’estero) ha assicurato che aveva
già provveduto a spedire una lettera a tutti gli interessati per informarli
che, al fine di certificare la loro esistenza in vita, per la sola mensilità di
maggio nelle Americhe, di giugno nel resto del Mondo e di luglio per
coloro che hanno un assegno semestrale, la pensione avrebbero dovuto
ritirarla agli sportelli della Wester Union,.
Una volta completata questa procedura, già dal mese successivo, la
pensione ritornerà ad essere erogata nelle banche tradizionali senza
ulteriori ritardi o complicazioni. Tutto bene, dunque?
Stando alle numerose denunce e lamentele sembrerebbe proprio di
no. Naturalmente non c’è in discussione la legittimità dell’operazione ma
il fatto che la realtà va spesso al di là anche delle buone intenzioni.
Molti pensionati all’estero dichiarano infatti di non aver mai ricevuto
comunicazioni, di essere del tutto disinformati e di aver scoperto solo in
banca di non poter ritirare la pensione.
Un altro problema rilevante è poi dato dall’area più disagiata e
anziana: gli ammalati e i non autosufficienti, quelli cioè impossibilitati a
presentarsi agli sportelli della Western Union. Per costoro sono state
attivate procedure particolari. Ma, anche in questo caso, un conto è
quanto è stato possibile mettere in campo per alleviare i disagi, un altro
è la realtà fatta di notevoli complicazioni burocratiche e amministrative.
Queste operazioni, già di difficile gestione anche se fossero in Italia,
diventano dei veri e propri calvari quando coinvolgono pensionati e
anziani in Paesi lontani migliaia di chilometri, con territori immensi, uffici
pubblici, servizi e strutture non sempre adeguati.
Per questo, mentre chiediamo all’Inps e alle strutture interessate di
garantire, con la massima informazione, l’efficacia e la semplificazione
delle procedure, invitiamo tutti i pensionati all’estero a rivolgersi al
Patronato Inca più vicino per ricevere tutta l’assistenza necessaria.

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