lunedì 4 aprile 2011

COSI MALE SI VIVEVA IN LIBIA,PRIMA DELLO ZAMPINO DEMOCRATICO OCCIDENTALE.La testimonianza di un italiano che ci lavorava.

.... il

pane veniva praticamente regalato, 10 uova costavano l'equivalente di 1 euro, 1 kg di pesce

spada cira 5 euro, un litro di benzina circa 10 centesimi di euro; la corrente elettrica era di

fatto gratuita; decine e decine di migliaia di alloggi già costruiti e ancora in costruzione per

garantire una casa a tutti (150-200 m2 ad alloggio); l'acqua potabile portata dal deserto già

in quasi tutte le città con un'opera ciclopica, in via di completamento, chiamata «grande fiume»;

era stata avviata la costruzione della ferrovia ad alta velocità e appaltato il primo lotto tra Bengasi

e il confine egiziano della modernissima autostrada inserita nell'accordo con l'Italia; tutti

erano dotati di cellulari, il costo delle chiamate era irrisorio, la televisione satellitare era

presente sostanzialmente in ogni famiglia e nessun programma era soggetto a oscuramento,

così come internet alla portata di tutti, con ogni sito accessibile, compreso i social

network (Facebook e Twitter), Skype e la comunicazione a mezzo e-mail.

Dalla fine dell'embargo la situazione, anche «democratica», era migliorata tantissimo e il

trend era decisamente positivo: i libici erano liberi di andare all'estero e rientrare a proprio

piacimento e un reddito era sostanzialmente garantito a tutti.

Sono triste e amareggiato al pensiero di come sarò considerato dagli amici libici che ho

lasciato laggiù dopo questa scellerata decisione di stupidissimo interventismo!

Guido Nardo, ingegnere Gruppo Eni

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