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pane veniva praticamente regalato, 10 uova costavano l'equivalente di 1 euro, 1 kg di pesce
spada cira 5 euro, un litro di benzina circa 10 centesimi di euro; la corrente elettrica era di
fatto gratuita; decine e decine di migliaia di alloggi già costruiti e ancora in costruzione per
garantire una casa a tutti (150-200 m2 ad alloggio); l'acqua potabile portata dal deserto già
in quasi tutte le città con un'opera ciclopica, in via di completamento, chiamata «grande fiume»;
era stata avviata la costruzione della ferrovia ad alta velocità e appaltato il primo lotto tra Bengasi
e il confine egiziano della modernissima autostrada inserita nell'accordo con l'Italia; tutti
erano dotati di cellulari, il costo delle chiamate era irrisorio, la televisione satellitare era
presente sostanzialmente in ogni famiglia e nessun programma era soggetto a oscuramento,
così come internet alla portata di tutti, con ogni sito accessibile, compreso i social
network (Facebook e Twitter), Skype e la comunicazione a mezzo e-mail.
Dalla fine dell'embargo la situazione, anche «democratica», era migliorata tantissimo e il
trend era decisamente positivo: i libici erano liberi di andare all'estero e rientrare a proprio
piacimento e un reddito era sostanzialmente garantito a tutti.
Sono triste e amareggiato al pensiero di come sarò considerato dagli amici libici che ho
lasciato laggiù dopo questa scellerata decisione di stupidissimo interventismo!
Guido Nardo, ingegnere Gruppo Eni
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