giovedì 21 febbraio 2013

Lettera Aperta della SCUOLA ITALIANA DI BRUXELLES da Raffaela Palanga per il Comitato

 
Onorevoli Parlamentari,
Vi scriviamo per sottoporre alla Vostra attenzione un grave disagio che colpisce i cittadini italiani residenti in Belgio, nello specifico i giovani sotto i 18 anni di età e i loro genitori. Stiamo parlando dell’assenza di una scuola italiana e dell’obbligata rinuncia allo studio nella propria lingua madre, quindi della forzata integrazione dei nostri ragazzi nel sistema scolastico belga e del loro inevitabile allontanamento dalle proprie radici.
Siamo un gruppo di Italiani (genitori, insegnanti, funzionari europei, professionisti in diversi settori...) costituitosi in Comitato per essere portavoce di chi è costretto a sacrificare l’identità culturale dei propri figli a causa di una carenza oggettiva dello Stato Italiano nei confronti  dei suoi cittadini residenti all'estero. In una città strategica come Bruxelles, Capitale d’Europa, dove sono presenti scuole specifiche di un gran numero di Stati Membri, tra cui Francia, Germania e Regno Unito, incredibilmente non è presente una scuola italiana, sebbene la comunità italiana sia fra le più numerose. In Belgio ci sono oltre 30.000 giovani italiani in età scolare, di cui 6.000 solo nella capitale. Di questi soltanto 750 godono del privilegio di essere iscritti nelle sezioni italiane della Scuola Europea: una scuola privata, pagata in realtà con fondi pubblici, riservata ai figli dei funzionari europei, in cui insegnano docenti italiani inviati dal Ministero degli Affari Esteri. E tutti gli altri giovani? È giusto e legale discriminare chi può studiare in italiano e chi no sulla base del lavoro dei genitori? D'altronde lo stesso art. 34 della Costituzione ci dice che “la scuola è aperta a tutti”. O almeno così dovrebbe essere. La scuola è un diritto di qualsiasi cittadino italiano e quindi un dovere dello Stato. È pur vero che attraverso l’ufficio scolastico del Consolato d’Italia vengono organizzati dei corsi di cultura e lingua italiana di circa 3 ore a settimana nelle scuole belghe, ma questi non sono affatto sufficienti a integrare la profonda lacuna culturale che si sta creando nei nostri figli. Senza considerare che spesso questi corsi vengono impartiti in lingua francese per la presenza di studenti non Italiani, fattore che stimola indubbiamente l’interesse verso il nostro Paese nei giovani Belgi, ma che ovviamente non aiuta i giovani Italiani ad approfondire la conoscenza della propria lingua. In definitiva i fondi investiti attualmente dallo Stato Italiano in queste iniziative infruttuose risultano mal spesi. Quello di cui i cittadini italiani qui in Belgio hanno davvero bisogno è una scuola italiana che dia ai nostri giovani la consapevolezza di essere Italiani, affinché un giorno non debbano sentirsi stranieri nel proprio Paese. Allo scopo di salvaguardare la nostra cultura e la nostra identità e tramandarla alla prossima generazione, ci siamo costituiti in Comitato, per promuovere l’apertura di una Scuola Italiana a Bruxelles, affinché anche qui in Belgio tutti i ragazzi italiani abbiano l’opportunità di studiare nella propria lingua madre, di apprendere la storia del proprio Paese, di conoscere i grandi classici della nostra letteratura e gli innumerevoli artisti, pensatori e scienziati che nei più svariati campi hanno reso l’Italia un Paese unico al mondo. Non possiamo accettare che questo diritto sia negato a parte della popolazione italiana solo perché residente fuori dai confini nazionali. Altrimenti, perché lasciarci il diritto di voto? Se siamo Italiani, lo siamo a tutti gli effetti ed è dovere dello Stato provvedere alle nostre legittime esigenze come a quelle di qualsiasi altro suo cittadino. Noi non siamo e non vogliamo essere cittadini di serie B, la nostra voce non deve risuonare come una debole eco solo per la lontananza geografica che ci separa dal nostro Paese. Noi vogliamo partecipare al benessere e al futuro dell’Italia come tutti i nostri connazionali, assicurando ai nostri giovani una corretta conoscenza, assimilazione e adesione al nostro retaggio culturale, così difficile da salvaguardare a migliaia di chilometri di distanza. È nell'interesse dello Stato Italiano e dei suoi rappresentanti preservare l’“italianità” dei cittadini residenti all'estero, che sono i primi ambasciatori dell’Italia e della sua cultura, ma soprattutto una quota rilevante degli elettori di oggi e di domani. Consapevoli che la nostra voce riflette le necessità e le aspettative non solo della comunità italiana del Belgio, ma di ogni comunità di Italiani residenti all'estero, ci rivolgiamo a coloro che ci rappresentano, senza distinzione di appartenenza politica, affinché il nostro appello non rimanga vano, ma trovi un valido appoggio per sostenere a livello politico questa importante iniziativa da cui dipende non solo il futuro dei giovani italiani in Belgio, ma più in generale di tutti i giovani  italiani residenti all'estero. Con la speranza che non restiate insensibili a questa richiesta di soccorso su un questione d’interesse nazionale, vi preghiamo di accogliere, Onorevoli Parlamentari, con i nostri più distinti saluti, l’espressione della nostra stima.

Raffaela Palanga
Comitato per la “Scuola Italiana di Bruxelles”

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